Roma, 10 settembre 2019 - Sopravvissuta ai campi di sterminio, paladina dei diritti umani, Liliana Segre ha festeggiato i suoi 89 anni nell’aula di palazzo Madama, votando la fiducia al nuovo governo. Nata a Milano il 10 settembre del 1930, scampata miracolosamente alla morte nel lager di Auschwitz, da anni attraversa l’Italia per rivolgersi alle giovani generazioni. Nel gennaio dell’anno scorso è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Mi accingo a esprimere fiduciosa la fiducia a questo governo”, ha detto Liliana Segre durante il dibattito al Senato. “Vorrei che questo governo nascesse dalla consapevolezza di uno scampato pericolo, dal senso di sollievo dopo che si è giunti sull’orlo di un precipizio e ci si ritrae in tempo. Occorre ripristinare un terreno di valori condiviso nella difesa costante della democrazia e dei principi di solidarietà nati dalla Costituzione e dalla Resistenza”.
"La mia speranza è che il nuovo governo faccia proprio quel senso del dovere civile", ha aggiunto Liliana Segre citando le parole di John Donne: "Non chiedere mai per chi suona la campana essa suona per te". "Il mio atteggiamento di fronte al clima che ha segnato la nascita del nuovo governo è di preoccupazione ma anche di speranza. Preoccupano gli episodi sul rischio di imbarbarimento della società, i casi di razzismo trattati in modo simpatico. Troppo spesso al confronto delle idee si sostituisce il dileggio dell'avversario, anche con il ricorso a simboli religiosi che a me fanno pensare a un pericoloso revival". Allude al richiamo ricorrente a simboli religiosi esibiti in politica. Ha detto che quelle invocazioni e ostentazioni le ricordano il Gott mit uns (in tedesco letteralmente Dio con noi). 'Gott mit uns' era il motto dell'esercito prussiano associato all'aquila che negli artigli brandisce una svastica. "Ecco a me tutto questo fa un certo effetto - ha detto Segre in aula - ma forse qui sono la sola a cui fa questo effetto".
La senatrice a vita ha aggiunto: "La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi, e questo è pericoloso. A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia e umana la nostra società. Altro motivo di sconcerto è che la Festa della Liberazione è stata da alcuni irresponsabili ridotta a una sorta di faida tra tifoserie, e secondo me non si comporta così una classe dirigente". Ma accanto alla preoccupazione, la senatrice a vita confessa di nutrire anche "la speranza". "Mi attendo insomma che questo governo operi per ripristinare un terreno di valori condivisi".
Infine, Liliana Segre conclude chiedendo un intervento contro gli odiatori che imperversano sui social media: "Faccio una semplice richiesta per un futuro migliore: ho presentato un ddl poi trasformato in mozione sulla istituzione di una commissione di indirizzo e controllo contro gli hater speech sull'intolleranza e l'odio, che ho vissuto sulla mia pelle perché so la facilità di passare dalle parole ai fatti".