Lunedì 4 Novembre 2024

L’ex deputato: il Movimento è morto con Di Maio

Ferdinando Alberti, referente a Brescia: l’ex premier vuole fare il suo partito, dandone la responsabilità agli iscritti

L’ex deputato: il Movimento è morto con Di Maio

Ferdinando Alberti, 42 anni

Ferdinando Alberti, referente bresciano del M5s, già deputato e consigliere regionale in Lombardia. Come giudica la fase che sta attraversando il Movimento?

"Nemmeno quando ci fu l’uscita di Di Maio abbiamo toccato un punto così basso. Le tornate elettorali dimostrano che il percorso intrapreso non è quello giusto. Non dovremmo guardare ai risultati, ma se gli elettori non ci scelgono la proposta non piace".

Come vede, dunque, il futuro di M5S?

"Siamo diventati un partito, da parecchi anni. Però siamo nati movimento, dal basso. Non cercavamo il consenso, l’obiettivo era una rivoluzione culturale. Volevamo cambiare il modo di fare politica, non cambiare i politici".

Ma quando è successo?

"Dall’avvento di Di Maio abbiamo cambiato veste e io ho accettato questa trasformazione che poi si è radicalizzata con l’arrivo di Conte e col cambiamento dello statuto. Ero ben consapevole che da quel momento non saremmo più stati il movimento del 2009".

Il problema quale è stato?

"Una serie di sconfitte, a cominciare dalle Politiche 2022 e fino alle Europee. Conte avrebbe dovuto indire un congresso per definire una nuova leadership. Si sarebbe dovuto dimettere e ricandidarsi, ripresentando un progetto politico con la sua idea di partito, eventualmente anche cambiando il nome, simbolo e statuto. Poi l’assemblea, avrebbe eletto di nuovo Conte, ma sarebbe stata la legittimazione ufficiale e democratica di un leader. Oggi non è così".

Che cosa succederà alla Costituente?

"Credo che rappresenti un modo meschino, subdolo, di farci fare quella trasformazione definitiva nel partito personale di Conte di quello che rimaneva del Movimento, però a opera di chi? Di ignari iscritti, veramente vergognoso".

I parlamentari sono tutti con Conte.

"Mi sembra abbastanza sconvolgente che non ci sia nessuna voce dissidente. A loro chiedo qual è il livello sotto il quale ritengono che non si debba andare per cominciare a mettere in dubbio le nostre convinzioni, perché là fuori c’è un mondo che non solo non ci vota, ma ci schifa anche. Continuare a pensare che noi stiamo facendo tutto giusto, quindi gli altri non ci capiscono, a me sembra veramente assurdo".

Fa bene Grillo a farsi sentire?

"Io aborro i fanatismi e non sostengo né l’uno né l’altro, ma tendo a prendere le difese dei più deboli e in un ipotetico scontro il più debole in questo momento è Grillo".

Bruno Mirante