Domenica 29 Dicembre 2024
ETTORE MARIA COLOMBO
Politica

Letta non perde tempo e mette mano al Pd. Rivoluzione segreteria, capigruppo a rischio

La tentazione di indicare due donne al posto di Marcucci e Delrio. Il segretario può approdare in Parlamento con le suppletive di Siena

Enrico Letta, 54 anni, ex premier e neo segretario del Pd (Ansa)

"Io gliel’ho offerto, e pubblicamente", dice Simona Bonafé, segretaria del Pd toscano e parlamentare europeo, ma "lui, il mio nuovo segretario, con cui mi sono sentita solo per gli auguri, non mi ha risposto né sì né no. Letta ha appena stravolto la sua vita, ha bisogno di tempo. Io, però, mi auguro di cuore che sia lui il candidato del Pd a Siena".

Ecco, se tutto ‘va come deve andare’, il nuovo segretario dem – che si dimise da parlamentare nel giugno del 2015 e che ha già lasciato tutti gli incarichi remunerati avuti finora e, quindi, insomma, di qualcosa deve pur poter campare – per ottobre, quando si terranno le elezioni suppletive, nel collegio uninominale di Siena, causa seggio oggi vacante (si è dimesso Piercarlo Padoan) tornerà pure in Parlamento.

E Letta dovrà prendere in mano, tra i primi dossier, quello assai delicato dei capigruppo di Camera e Senato, oggi espressione della ex minoranza: Marcucci (Base riformista) al Senato e Delrio (ex area Martina) alla Camera. In teoria, nessuno dei due rischia il suo posto, ma su Marcucci – ritenuto dagli zingarettiani più renziano di Renzi – si addensano, da giorni, nubi e voci.

I suoi fedelissimi negano ogni rischio: "Di Base riformista siamo 20 senatori su 35 e, senza Andrea, che li ha tenuti, ora Italia Viva ne avrebbe il doppio".

Tutto vero, ma la tentazione di mettere due donne è forte, anche per un non surfista tra le correnti come è Letta. Il gruppo al Senato terrà domani una prima assemblea, poi attende, come quello alla Camera, l’incontro col segretario.

Anche la segreteria (13 membri che saliranno a 15: in più, il delegato ai rapporti con le Pmi e quello alla Prossimità) verrà rivoluzionata: uomini e donne di fiducia di Letta, ma senza bilancini correntizi.

Poi, c’è la Direzione (130 membri) mentre il vertice dell’Assemblea nazionale dei mille delegati (Cuppi, più Ascani e Serracchiani), resta tale: sono stati eletti in seno all’Assemblea insieme al segretario. Proprio come il tesoriere, che resterà il veltroniano storico Walter Verini.

Ieri, il neo-segretario dem ha passato una giornata impegnativa. Prima ha formulato e compilato, con il suo staff, le domande per il vademecum agli iscritti su cui chiamerà gli ottomila circoli del Pd a esprimersi e in non oltre cento parole sui 20 punti del suo ‘discorso della Corona’, più uno (come costruire l’Agorà dem, in pratica l’anti-Rousseau). I circoli devono rispondere entro due settimane. A consuntivo dei loro input, ci sarà una nuova Assemblea.

Ieri mattina, per cominciare, l’ex direttore di Science Po ha preso congedo, via chat, dal mondo ‘parigino’ che l’ha accompagnato per sette anni. Poi ha pranzato a Sant’Andrea della Valle, sede della Scuola di Politiche, fiore all’occhiello italiano di Letta, diretta dal suo braccio destro e consigliere politico Marco Meloni, che tale resterà tale anche ora che è segretario. Resterà pure la sua storica portavoce, Monica Nardi.

Infine, è tornato al Nazareno dove ha ricevuto le telefonate di congratulazioni e buon lavoro di rito di Meloni, Toti, Tajani, Lupi (suo ex ministro), "ma non quella di Salvini". Renzi commenta: "Il suo ritorno è una buona notizia, vedremo che cosa riuscirà a fare". Letta occuperà quella che i suoi chiamano la stanza di Bersani, che poi sarebbe la stessa di Zingaretti, e di certo "non occuperà tutto un piano, come fece Renzi". Altro stile.