Le dimissioni di Carlos Tavares dalla guida di Stellantis arrivano nella tarda serata di ieri. "La sua decisione sorprende", commenta a caldo Gian Primo Quagliano (foto), presidente del centro studi Promotor, per cui la scelta di Carlos Tavares ha un solo responsabile: l’Ue. "È il quadro normativo incentrato sull’elettrico creato da Bruxelles ad aver complicato il settore".
Quagliano, perché tanto stupore?
"Tavares è un manager di grandissimo livello e si è impegnato a fondo in questa situazione. Nessuno pensava si sarebbe dimesso così repentinamente. Naturalmente ci saranno state all’interno di Stellantis anche delle visioni diverse. Ma se vogliamo cercare un responsabile di questa situazione dobbiamo guardare a Bruxelles".
A chi in particolare?
"Quasi ogni settimana il settore automotive registra l’annuncio di una chiusura di uno stabilimento, di operai che restano senza lavoro e questa situazione ha un nome e un cognome: Unione europea. Bruxelles si comportata nei confronti del mercato dell’auto in maniera sbagliata e ingiusta, penalizzando i produttori e volendo imporre una transizione energetica che sta risultando sempre più irrealizzabile".
Rispetto agli investimenti di Stellantis in Italia però, il Governo italiano ha più volte chiesto un piano convincente e sostenibile.
"Il Governo italiano ha più di tutto cercato, credo anche abbastanza correttamente, di attutire l’impatto delle decisioni europee. In Cina si produce l’auto elettrica perché ci sono le condizioni favorevoli per produrla, negli Stati Uniti si danno degli incentivi, ma nessuno ha pensato di imporre l’auto elettrica a tutti. Non solo: nessuno ha erogato pesantissime sanzioni nei confronti delle case automobilistiche se non rispettano una determinata composizione delle vendite. Una scelta che sta mostrando la corda con gravi ripercussioni. Rischiamo di mettere la nostra industria automobilistica in una situazione gravissima e di aprire la strada alla penetrazione dei cinesi".
Quali scelte di Tavares hanno inciso di più in Italia?
"Penso al polo di Termoli per la gigafactory, dove si è creata una situazione molto difficile, perché le attese per la gigafactory erano molto forti e adesso non ci sarà più. Ma è colpa di Tavares o della situazione che si è trovato a gestire?".
I sindacati sono già molto preoccupati per l’occupazione.
"I sindacati chiedono e fanno bene a chiedere, è la loro missione. Ma devono trovare l’interlocutore giusto, che si trova a Bruxelles. Bisogna cambiare il quadro, altrimenti questa situazione peggiorerà sempre di più. Tutti i giorni c’è una notizia negativa sul settore dell’auto. Ora, finiti tutti i rituali per definire la nuova Commissione europea e definire tutti gli incarichi, il settore dell’auto andrà preso in considerazione subito, per modificare la maggior parte delle decisioni che sono assunte".
Chi potrebbe arrivare al suo posto?
"Non ci sono tanti manager con l’esperienza di Tavares. Le rispondo con una battuta: chiamiamo Elon Musk...".