Mercoledì 18 Settembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Dalla Rai all’editoria, la maggioranza rilancia: “Una legge di sistema”

L’annuncio dei leader di FdI, Lega, FI e Noi Moderati dopo l’appello degli editori. La soddisfazione della Fieg: crisi e mancanza di fondi minacciano il pluralismo

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La premier Giorgia Meloni (FdI) tra i vicepremier Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (Forza Italia) - Foto Ansa

Roma, 17 settembre 2024 – Il governo apre il dossier sull’Informazione, per una riforma organica che dalla tv di Stato si allarghi a tutto il sistema, che tenga insieme le richieste del mondo dell’editoria, il recepimento del Media Freedom Act e la partita delle nomine Rai. L’annuncio della maggioranza è affidato direttamente ai leader di partito: "Riteniamo opportuno – firmano Giorgia Meloni per FdI, Matteo Salvini per la Lega, Antonio Tajani per Forza Italia e Maurizio Lupi per Noi Moderati – avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema, che tenga conto di tutte le trasformazioni tecnologiche intervenute, per arginare e regolare il dominio di giganti web e le piattaforme, per fermare il saccheggio digitale e tutelare il diritto d’autore del mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, a garanzia di ogni espressione della cultura, del sapere e dell’informazione". Un percorso che il governo rimanda al Parlamento, "sede del confronto delle decisioni", anche se premier e vicepremier si dicono "pronti al dibattito in ogni altra sede, a partire da iniziative promosse da organi istituzionali".

La decisione di mettere mano a una legge organica sull’informazione arriva a 12 giorni dall’appello che la Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, aveva lanciato alle forze parlamentari in vista della prossima legge di Bilancio e subito rilanciato da tutto il mondo politico, dal Pd a Fratelli d’Italia, dalla Lega ai Verdi, passando per Forza Italia, il M5S, Azione e Italia Viva.

Ieri la risposta della maggioranza: "L’evoluzione del mondo dell’informazione – si legge nella nota congiunta dei leader di centrodestra – impone una impegnativa sfida a tutte le istituzioni politiche. L’irrompere dei giganti del web, la crescita di potenti piattaforme spesso connesse ai colossi della rete, il saccheggio digitale che investe il mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, il dilagare delle cosiddette fake news e molto altro ancora richiedono un nuovo assetto normativo".

E a stretto giro è arrivata la soddisfazione ella Fieg, per voce del presidente Andrea Riffeser Monti, che esprime "soddisfazione per la decisione della maggioranza di Governo di avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge sul sistema dell’informazione che tenga conto delle profonde trasformazioni e degli stravolgimenti intervenuti nel settore". Continua Riffeser Monti: "L’aggravarsi dello stato di crisi dell’informazione quotidiana e periodica e il venir meno del Fondo Straordinario per l’editoria, minacciano la centralità e l’importanza delle redazioni dei giornali, sempre presenti sul territorio, fonte primaria di notizie per tutto il settore, e la possibilità di produrre, con foliazioni adeguate e lo spazio necessario, informazione di qualità per i cittadini lettori, sia sulla carta stampata, sia online". Il presidente della Fieg ha assicurato, infine, "la massima disponibilità della Federazione a collaborare con le Istituzioni auspicando tempi rapidi per la conclusione dei lavori".

Partendo dall’appello degli editori, nelle parole dei leader di maggioranza c’è anche un richiamo al "Media Freedom Act, approvato dal Parlamento Ue, che entro il 2025 andrà recepito", e alla Rai: "La Corte Costituzionale ha indicato nel tempo, con sentenze e ordinanze, il ruolo del servizio pubblico televisivo e la fondamentale funzione del Parlamento". Una decisione accolta come "un passo avanti" anche dall’opposizione. Con Sandro Ruotolo, responsabile informazione Pd, e il capogruppo dem della Vigilanza Rai, Stefano Graziano: "Il riconoscimento della necessità di recepire l’European media freedom act – spiegano – dimostra la correttezza delle posizioni delle opposizioni. Ora si passi dalle parole ai fatti e si avvii la discussione in Parlamento della riforma Rai".