Applaude l’Aula di Montecitorio. "Giustizia è fatta", sentenzia il governatore del Veneto Luca Zaia. "C’è un giudice a Palermo! Un abbraccio a Matteo Salvini", manda a dire l’altro vicepremier Antonio Tajani. "Grande notizia", si congratula la premier Giorgia Meloni: "Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine". E giù una sequela di commenti compiaciuti per l’operato della magistratura. Con le opposizioni che, con la segretaria dem Elly Schlein e soprattutto l’ex premier Giuseppe Conte, di cui Salvini era ministro dell’Interno, si rimettono al "rispetto" delle sentenze.
È un successo politico per le destre di governo la sentenza di assoluzione nei riguardi di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno del governo Conte 1, perché l’accusa di sequestro di persona e abuso di ufficio per il caso dei migranti trattenuti una ventina di giorni in porto "non sussiste". Non è un caso che tra i primi a congratularsi con leader della Lega ci siano il premier ungherese Viktor Orban e Elon Musk, plenipotenziario del nuovo presidente Usa Donald Trump.
"Congratulations!", twitta l’uomo più ricco del mondo, che vede probabilmente nell’Italia il trampolino di lancio per gli interessi della sua Starlink in Europa. "La giustizia ha prevalso! Bravo, Salvini! Un’altra vittoria per i Patrioti", scrive su X il premier ungherese Orban. La magistratura ha infatti sentenziato che la decisione di un ministro di trattenere dei migranti su una nave in porto non è sequestro di persona. Le politiche di fortezza della destra risultano legalmente legittimate.
D’altro canto, l’assoluzione con formula piena di Salvini non è esattamente la cosa più conveniente dal punto di vista propagandistico per la destra di governo che sta per ingaggiare una battaglia sulla riforma per la separazione delle carriere delle toghe, in quanto dimostra che tutto sommato la separazione dei poteri continua a funzionare. E questa potrebbe diventare un’impasse nella prospettiva prettamente nazionale.
Sequestrare in un porto è un concetto grottesco, com’è inumano respingere in alto mare. Siccome però era in discussione l’operato del ministro dell’Interno del governo Conte 1, la decisione del tribunale spiazza la ricerca di soluzioni giudiziarie ai problemi politici. Ed è qui che si incagliano gli auspici della destra e della sinistra. È una sentenza che non soddisfa nessuna della parti politiche. Non la destra, cui non sarebbe dispiaciuto un po’ di vittimismo. Non la sinistra, che si sarebbe compiaciuta di rivendicare la via giudiziaria alla democrazia. Assolto perché "non sussiste il fatto", invece, finisce per deludere tutta la politica. Il che non è detto che sia un male.
Fa buon viso la destra. A cominciare dai leghisti, che rivendicano la coerenza dell’operato del leader. La cui leadership, però, ora è molto più scalabile di quanto non sarebbe stato in caso di condanna. Senza contare che si spuntano un po’ gli argomenti contro le prevaricazioni della magistratura. E fa buon viso l’opposizione, che deve riportare sul piano politico le proprie ragioni: "La nostra critica alle scelte di Meloni e Salvini è tutta politica e non cambia perché è sulla politica che li batteremo – riconosce Schlein –. Le sentenze si rispettano, sempre".