Giovedì 26 Dicembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Licia Ronzulli: "Salvini? In Italia tutto ok. Nella Ue mai più coi socialisti"

La vicepresidente del Senato: “Uniti al Governo anche se in Europa in gruppi diversi. Troppe contraddizioni nella maggioranza Ursula. Il Ppe deve contare di più".

Licia Ronzulli

Senatrice Ronzulli, Salvini dice che Tajani sbaglia a disdegnare i sovranisti. Ma può funzionare questa distinzione secondo cui non ci si allea in Europa con i sovranisti ma si può governare con loro in Italia?

"Intanto dobbiamo distinguere fra sovranisti e antieuropeisti, che non mi pare sia cosa di poco conto – risponde la vicepresidente del Senato nonché esponente di spicco di Forza Italia –. Detto ciò, è la storia che parla. La nostra coalizione è la stessa da quasi trent’anni. Questo non ha impedito ai singoli partiti di appartenere a gruppi diversi in Europa, ognuno con la sua identità, senza che ciò avesse mai avuto conseguenze sulla politica interna. Siamo uniti da un programma condiviso, che dimostra l’assoluta compatibilità fra tutti noi. Se ha funzionato finora, non vedo perché non possa continuare in futuro".

Eppure, da Palazzo Chigi è filtrato l’imbarazzo per le posizioni di Salvini: questa linea sovranista può creare difficoltà nei rapporti con l’Europa e nelle trattative, per esempio, sul Patto di stabilità?

"Il governo, la presidente del Consiglio, i singoli ministri in Europa si misurano sui fatti, sulla serietà, sull’autorevolezza, sulla credibilità. Le trattative riguardano il merito delle questioni, e nessuno dei nostri interlocutori, la Commissione, i Paesi membri, fa valutazioni estranee ai temi di cui si discute".

Ma se le nuove regole per il Patto di stabilità che dovrebbero essere varate a breve dovessero risultare penalizzanti per l’Italia, si potrebbero verificare frizioni con l’Unione europea?

"Le vecchie regole per la riduzione del debito, quelle in vigore prima della pandemia, sono superate ed eccessivamente stringenti. Per raggiungere l’obiettivo della crescita, è necessario scorporare le spese per gli investimenti della transizione verde e di quella digitale, oltre che quelle per gli aiuti militari all’Ucraina. Restiamo fermi su questa posizione. Altri Paesi hanno una visione diversa. Tutti hanno interesse a trovare un accordo entro la fine dell’anno, per non rischiare di tornare ai criteri pre-Covid. Siamo aperti a lavorare a una soluzione di compromesso e credo sia volontà di tutti".

Temete che prevalga una linea rigorista e quindi si apra la crisi con Bruxelles?

"Non capisco perché se uno Stato cerca di far valere i suoi interessi in Europa, cosa che fanno tutti gli altri Paesi, questo possa portare ad una crisi. Escludo che accada".

Sul Mes il governo continua a prendere tempo: non pensate sia arrivato il momento di sbloccare la riforma con la firma dell’Italia?

"È un discorso sovrapponibile a quello del Patto di stabilità. Forza Italia non è contro il Mes e l’abbiamo più volte sottolineato. Ma, realisticamente, riteniamo che sia necessaria una revisione su norme ormai superate, specie quelle sulla sua gestione. Il direttore ha troppi poteri, e c’è troppo poco controllo sul suo operato".

Prevede che la maggioranza, dopo le Europee, si dividerà a Strasburgo o sono pensabili formule più ambigue come un’astensione del gruppo di Salvini?

"Qualsiasi decisione potrà essere presa solo il giorno dopo le elezioni, a scrutinio terminato. Allora si potranno capire gli equilibri. Per quanto mi riguarda, le preclusioni per le future alleanze dovrebbero riguardare tanto AfD quanto i socialisti. La cosiddetta ‘maggioranza Ursula’ che ha governato in questi cinque anni era frutto di un’alleanza costruita a tavolino per garantire la governabilità, un patto fra partiti molto diversi fra loro. E le contraddizioni, tutte a danno dei cittadini, si sono viste. Spero che la prossima Commissione europea possa avere una chiara identità politica di centrodestra, dove perno centrale moderato e stabilizzatore sarà il Ppe, del quale noi siamo componente essenziale. Non mi piace sentir dire ‘governeremo con chiunque’, perché non possiamo non avere un’identità, non possiamo dare ai nostri elettori il messaggio ambiguo ‘con Francia o Spagna, purché se magna’".

Ma se sarà necessario voi entrerete nella maggioranza Ursula?

"In Europa esiste un solo schema: o con il Ppe o con il Pse. Questi due schieramenti in Italia sono rappresentati da Forza Italia e dal Pd. Se vogliamo che anche nella Commissione Ue, come nel nostro Paese, ci sia il centrodestra, bisogna che Forza Italia, e quindi il Ppe, siano forti. Altrimenti sarà il Pse a dare le carte. Siamo impegnati al massimo perché non si verifichino più le condizioni che ci hanno portato a governare con i socialisti".