Domenica 24 Novembre 2024
MARCELLA
Politica

L’assordante silenzio del Parlamento

Marcella Cocchi Qualunque fosse stato l’esito del voto, paradossalmente, avrebbe avuto meno importanza del primato conquistato dal Veneto. Ossia che sul fine...

Cocchi

Qualunque fosse stato l’esito del voto, paradossalmente, avrebbe avuto meno importanza del primato conquistato dal Veneto. Ossia che sul fine vita si è dovuta muovere una Regione, perché chi legifera a Roma in questi anni si è reso complice di un silenzio normativo assordante. Dal 2019 c’è una sentenza della Corte costituzionale, la 242, che riconosce come dinanzi a una situazione di non ritorno sia comprensibile che il paziente pensi di gestire il fine vita. Eppure non è mai stato previsto uno straccio di percorso legale a un’evenienza tanto delicata. Finora si sono mossi solo (e in ordine sparso) i tribunali. Il padre di Eluana Englaro, per esempio, ottenne il via a sospendere l’alimentazione della figlia mica dal Parlamento, da un giudice.

In un’intervista al Qn, Augusto Barbera, presidente della Corte Costituzionale, ha detto: "Sui diritti civili abbiamo tentato di coinvolgere il Parlamento senza però ottenere risultati. E se non interviene, sono costretti a muoversi tribunali e Regioni".

Il governatore Luca Zaia, leghista anomalo, ci ha provato a smuovere le acque, è stato bocciato dal fuoco amico, non solo di FdI. Ma un messaggio è arrivato lo stesso: non si possono lasciare i cittadini nel buio normativo su un tema che tocca tante disperazioni. Al numero bianco coordinato dall’associazione Coscioni per informare sul fine vita, arrivano 38 richieste di aiuto al giorno: impossibile sostenere che la questione sia priva di interesse. I numeri non hanno cancellato il segnale politico. Ed è che un buon amministratore si deve muovere laicamente se si tratta di garantire un diritto che poi potrà essere espletato (oppure no): questione di civiltà. Mentre si parla di terzo mandato e si ristabiliscono gli equilibri nel centrodestra, Zaia ha fatto sua una battaglia scomoda anche rispetto alla linea di Salvini e a prescindere dal voto dei suoi alleati, in una regione storicamente cattolica, rivendicando la necessità di entrare in un terreno caro a sinistra. Ha lanciato, pur senza pubblicizzarlo, un guanto di sfida ai suoi avversari, ma anche ai suoi. Destinazione: urne.