Giovedì 19 Dicembre 2024
BRUNO VESPA
Politica

L’analisi di Vespa. Ma Fitto ormai è blindato. Decisivo l’ok del Colle

Anche se i socialisti dovessero votare no, è sicuro di passare al voto segreto. La conferma del ministro sarebbe una vittoria politica di Meloni.

Ursula von der Leyen, 66 anni

Ursula von der Leyen, 66 anni

In politica tutto può accadere, ma è ragionevole che Raffaele Fitto sia blindato nel suo ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Riepiloghiamo. Per ratificare la nomina dei commissari servono i due terzi dei votanti che si raggiungono solo con un accordo più largo della ‘maggioranza Ursula’. I socialisti (e anche la segreteria del Pd) vogliono che a Fitto venga tolta la vicepresidenza perché fa parte dei Conservatori che non hanno contribuito alla rielezione della Von der Leyen.

Ma poiché Fitto è sostenuto con estrema decisione dai Popolari, la sua conferma è decisiva per quella del vicepresidente francese e per quella dell’omologa spagnola. Il problema si apre perché i popolari spagnoli non vogliono la socialista Ribera per il suo pessimo comportamento come ministro per la Protezione civile durante l’alluvione di Valencia. Vogliono aspettare di sentirla in Parlamento mercoledì 20 e avere la garanzia delle sue dimissioni in caso venga incriminata dalla magistratura. Se la Ribera non precipitasse in una situazione insostenibile e i suoi compagni non facessero un nome di riserva, votarla sarebbe il male minore, perché il pasticcio generale metterebbe in discussione la stessa von der Leyen.

Se non salta la Commissione, Fitto è blindato comunque: anche se per ipotesi fosse bocciato nella votazione dei due terzi, sarebbe promosso in quella di secondo grado a scrutinio segreto. Qui ufficialmente i favorevoli e i contrari sarebbero venti contro venti, ma il commissario italiano si è già assicurato i voti dall’altra parte. D’altra parte, difficilmente i democratici italiani potrebbero non tener conto della sponsorizzazione che Mattarella ha fatto di Fitto, ricevendolo al Quirinale appena rientrato da Bruxelles e sottolineando "l’importanza per l’Italia" della sua nomina. È indubbio che la conferma di Fitto sarebbe una vittoria politica di Giorgia Meloni, ma l’interesse italiano in questo caso è talmente enorme da doversene fare una ragione.

I rischi per i socialisti sono altri. Le elezioni tedesche di febbraio – a scontata vittoria popolare – spostano a destra il Ppe, che ha l’incubo della crescita degli estremisti di destra di Afd. Formalmente nessuno mette in discussione la ‘maggioranza Ursula’ (senza i Conservatori), ma come ha dimostrato il voto dell’altro giorno sul rinvio delle sanzioni ai Paesi che tagliano troppi alberi, su alcuni temi il Ppe farà maggioranza a destra contro Socialisti e Verdi.

L’altro elemento a favore della Meloni maturato in questa settimana è la decisione della Corte costituzionale che ha tagliato le unghie all’Autonomia differenziata. È presto per capire che cosa in concreto esiga davvero la Corte, ma due punti sono chiari: viene ribadito che lo Stato può delegare alle Regioni solo funzioni regolatorie e non la titolarità di intere materie e soprattutto che cadono le premesse per il referendum abrogativo. Due decisioni che la Lega formalmente ha incassato con modesto disappunto, inferiore al sollievo di Forza Italia e dello stesso presidente del Consiglio.