Venerdì 28 Febbraio 2025
BRUNO VESPA
Politica

L’Europa torni unita per affrontare Donald

La trattativa con gli Usa dipenderà dalla forza della Ue

Il presidente francese Emmanuel Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron

Ammettiamolo: nella storia moderna dell’Occidente non c’è mai stato un momento confuso come questo. E la confusione è stata creata dall’uomo più potente del mondo: Donald Trump. La diffusione di un video in cui il presidente degli Stati uniti trasforma Gaza in gigantesco resort di lusso (Trump Gaza), gioca con danzatrici del ventre e beve sulla spiaggia con Netanyahu, mentre Elon Musk fa la scarpetta con l’hummus, non solo è un oltraggio a decine di migliaia di morti, non solo ha offeso l’intero mondo arabo (compresi i suoi alleati), ma ha sconcertato l’Europa, Italia compresa.

A questo si aggiunga l’annuncio di dazi reciproci a partire dal 2 aprile sui prodotti che gli Stati Uniti importano dall’Unione europea che "è stata costituita per fregare l’America".

Liquidare in modo così volgare la faticosa costruzione di una comunità di 440 milioni di abitanti non fa onore non solo a un eminente capo di Stato, ma nemmeno a una persona certamente molto intelligente. Trump è un uomo d’affari: spara alto per spaventare l’interlocutore e poi plana su posizioni più ragionevoli. È probabile che lo faccia anche stavolta. Ma è sgradevole il modo di procedere. Sarebbe stato meglio mettersi a tavolino e dire: signori, nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato dall’Europa beni per 584 miliardi (+44 per cento nel decennio) ed esportato solo per 357 miliardi (+34 per cento nel decennio). È un bilancio per noi troppo oneroso: mettiamoci a tavolino e vediamo come ridurlo.

L’Italia è il Paese più esposto dopo la Germania: compriamo per 25 miliardi e vendiamo per 67. I settori trainanti sono la farmaceutica, vino e alimentari, apparecchi elettrici.

Noi verremmo molto penalizzati nei settori vincenti, ma Tump importerebbe inflazione costringendo i cittadini americani a pagare più cari prodotti molto amati. L’Europa risponderà rincarando i prodotti americani e sarà male per tutti. Vedremo come andrà a finire, ma questo atteggiamento mette in forte difficoltà Giorgia Meloni e il ruolo di pontiere fra Trump e l’Europa. L’altro giorno il presidente degli Stati Uniti, rispondendo a una domanda sui dazi all’Italia, ha risposto: "Meloni è una grande leader, l’Italia è un alleato molto importante".

Significa che avremo un trattamento privilegiato? Se andasse così, la notizia sarebbe al tempo stesso buona e imbarazzante. ("Gli approcci unilaterali creano tensioni", ha detto ieri Giorgetti al G20 di Città del Capo dedicato alla tassazione internazionale). Molto dipenderà dalla forza europea di dare una risposta comune, evitando di concedere a Trump la trattativa individuale che è il suo terreno preferito. Certo, l’Europa non sta dando buona prova di sé sull’Ucraina. La missione di Macron (in foto) non è stata felicissima ("A che titolo sei andato?", gli ha chiesto la Meloni). Speriamo che il vertice di domenica a Londra sulla difesa (bentornata Inghilterra!) partorisca la linea unitaria di cui abbiamo bisogno.