Sabato 12 Ottobre 2024
BRUNO VESPA
Politica

L’analisi di Vespa: dossieraggio continuo e solo su una parte politica

Meloni è stata accusata di “complottite“, ma i suoi dubbi hanno fondamento reale. Gli hackeraggi e gli accessi illeciti confermano che il sistema è permeabile.

L’analisi di Bruno Vespa. Dossieraggio continuo. E solo su una parte politica

La premier Giorgia Meloni

Giorgia Meloni veniva presa in giro perché affetta da una patologia, la “complottite“, che le faceva vedere fantasmi ovunque. Negli ultimi mesi e negli ultimi giorni, dopo visite più accurate, si è constatato che la patologia ha un fondamento clinico reale.

Il "dacci il nostro dossier quotidiano" pronunciato l’altro ieri si riferiva sì al fatto che il suo conto corrente e quello dei suoi familiari è stato violato con molti altri da un ineffabile bancario pugliese. Ma questo è soltanto l’ultimo episodio di una serie inquietante e ancora non completamente conosciuta.

Non è un caso che il tenente della Finanza Pasquale Striano, tuttora a piede libero, abbia cominciato i suoi accessi illegittimi alla banca dati disponibile presso la Direzione nazionale antimafia subito dopo l’insediamento del governo Meloni (22 ottobre 2022). Non è un caso che i primi dati sensibili sul ministro Guido Crosetto siano stati pubblicati sul giornale Domani di Carlo De Benedetti il 27, 28, 29 ottobre. Dobbiamo alla coraggiosa denuncia di Crosetto se prima la Procura di Roma e poi quella di Perugia hanno avviato una indagine che in due anni ha portato a scoprire 200mila accessi illegittimi a carico di migliaia di persone.

Dal poco che si sa, tuttavia, ai 27 esponenti di primo piano del centrodestra dossierati si aggiungono – per il poco che si sa adesso – persone di ogni tipo, ma non personalità di centrosinistra con l’eccezione di Matteo Renzi, sempre all’attenzione di chiunque. Il tesoriere della Lega, Alberto Di Rubba, sostiene che dai dossier di Striano passati al settimanale L’Espresso sono nate le indagini sui famosi 49 milioni della Lega, finite praticamente nel nulla. Nelle perquisizioni, la Guardia di Finanza aveva il giornale in mano: adesso sappiamo qual era la fonte.

Ma questa è soltanto la punta dell’iceberg. Se una persona cauta come il procuratore Cantone parla di "verminaio" è perché il grosso degli accessi ancora non è uscito. Si tratta verosimilmente di movimenti relativi al mondo degli affari che potrebbero essere alla base di chissà quali e quante transazioni illecite. Se una banca dati è così permeabile, quanto impiegherebbero i servizi segreti stranieri a farne l’uso che vogliono? Il direttore del settore cibernetico della Polizia postale, che ha arrestato il geniale ingegnere informatico Carmelo Miano (23 anni), ci ha detto di essere ammirato dell’abilità con cui il giovanotto è riuscito a violare la sicurezza di alcune aziende strategiche italiane, oltre ad addentrarsi nel mondo insidioso del black market dove si trova di tutto.

Tutto è tremendamente permeabile. Ed è un problema. Ma se i dossier si concentrano prevalentemente su una sola parte politica – sempre la stessa – il problema è più grosso.