Sabato 1 Febbraio 2025
ALBERTO GRECO
Politica

La sfida di Giulia, 19 anni: "Ho riaperto un’edicola e il paese torna a sorridere"

La ragazza ha rilevato l’attività a Farneta, piccola località sull’Appennino modenese "Quando ho visto il cartello di cessione ho colto la tristezza della gente. Io ho finalmente coronato un sogno, investendo anche in montagna".

Montefiorino (Modena), 1 febbraio 2025 – Giovane, alle spalle un diploma conseguito l’anno scorso presso l’Istituto Tecnico per geometri di Castelnuovo ne’ Monti, Giulia Piras ha messo tutta la sua carica da diciannovenne e il suo amore per la montagna nella gestione della edicola di Farneta, comune appenninico di Montefiorino nel modenese. Appreso nel 2024 che la vecchia proprietaria dell’esercizio aveva ufficializzato la decisione di cedere l’attività, lei ha subito pensato che rilevare quella edicola potesse essere il suo futuro, anche se Farneta è una piccola frazione di poco più di duecento anime che vivono ai piedi nel monte Modino, quasi sul confine con l’appennino reggiano. E Giulia è da lì, da La Ca’ di Castellarano in comune di Toano che viene anche se ora col suo compagno da poco più di un mese si è avvicinata a dove ha il suo lavoro e ha preso residenza a Farneta.

La giovane Giulia Piras, 19 anni, nella sua edicola di Farneta, nel modenese
La giovane Giulia Piras, 19 anni, nella sua edicola di Farneta, nel modenese

Giulia, cosa ti ha convinto a gettarti in questa impresa?

"In primis è stato il sogno di avere una mia attività. Questa è stata la ragione principale. Poi, a pari merito, sicuramente metterei l’avere avuto l’occasione perché se non avessi letto quel giorno "cedesi attività" (accaduto a settembre 2024 ndr) non mi sarei mai messa da sola a creare qualcos’altro. Insieme a queste ragioni ha influito cogliere nei volti della gente il dispiacere per la perdita di un negozio in un piccolo paese. In una località che tanti non riconoscerebbero sulle cartine stradali, quando chiude un negozio è come una grave amputazione perché muore una cosa, poi ne muore un’altra e dopo diventa un paese fantasma. E questo dispiace perché la montagna è bellissima e bisogna anche farla un po’ vivere restituendole luoghi di aggregazione e di socializzazione".

La tua è stata dunque una sfida?

"Alla fine, è stata una sfida con me stessa perché quando ho maturato la decisione di rilevare l’attività tra parenti, conoscenti, amici si è creata una certa discussione, in quanto non è sicuramente facile creare reddittività attraverso un’edicola in una piccola realtà, e non ci sono aiuti o benefici. È vero che qui vendo tante altre cose, giochi, trucchi, bigiotteria, saponeria, cartoleria una gamma ampia di prodotti, che comprendono anche abbigliamento e articoli da regalo, però ho raccolto tanti pareri contrastanti. Ho ascoltato tutti, tuttavia non ho mai cambiato idea. Ero già dietro al bancone".

Le perplessità non ti hanno scoraggiato?

"Assolutamente no. Ho fatto il mio percorso, mi sono informata bene e ho deciso di proseguire per la mia strada. Ormai è più di un più un mese che ho aperto l’attività e le soddisfazioni sono state molte di più dei turbamenti. Lo scoraggiamento l’ho conosciuto prima di iniziare per i tanti problemi burocratici, e non, da affrontare in un’impresa come questa. Ripeto ho fatto bene a non dare ascolto a chi diceva che non dovevo farlo e andarmene il prima possibile".

Cosa significa per Farneta questa edicola?

"La gente viene non solo per fare acquisti, ma anche per stare in compagnia. A Farneta, c’è un bar, c’è la macelleria, c’è un negozio di alimentari, c’è il forno, c’è ancora vita. L’edicola, nonostante ciò, è diventata un punto di incontro per ritrovarsi al mattino all’arrivo dei giornali e poi commentare i fatti del giorno e restare a fare due chiacchiere anche per più di un’ora. Per gli abitanti è un luogo di ritrovo… come un secondo bar".