Venerdì 21 Febbraio 2025
NINA FABRIZIO
Politica

La salute di Francesco: "Il Papa non è fuori pericolo". I medici: il rischio è la setticemia

"Per ora l’infezione è solo al polmone. Il Pontefice ha sempre voluto che si sappia la verità". Il professor Alfieri (Gemelli): scherza e fa battute, resterà ricoverato almeno un’altra settimana.

"Per ora l’infezione è solo al polmone. Il Pontefice ha sempre voluto che si sappia la verità". Il professor Alfieri (Gemelli): scherza e fa battute, resterà ricoverato almeno un’altra settimana.

"Per ora l’infezione è solo al polmone. Il Pontefice ha sempre voluto che si sappia la verità". Il professor Alfieri (Gemelli): scherza e fa battute, resterà ricoverato almeno un’altra settimana.

Quando intorno alle 17 il professor Sergio Alfieri sale le scale per sistemarsi sul podio preparato pochi minuti prima, giornalisti e cameraman hanno riempito l’atrio dell’ospedale Gemelli all’inverosimile. Gli occhi sono tutti puntati su di lui: "Il Papa non è fuori pericolo", "la situazione è grave e lui ne è consapevole, ci ha mandato qui a dire tutta la verità". Alfieri è il chirurgo che lo ha operato già due volte nel basso addome, ma dal briefing improvvisato ieri al policlinico emerge anche un’altra rivelazione. Il medico che ha in cura papa Francesco è il dottor Luigi Carbone, comparso assieme ad Alfieri per prendere la parola sul podio rosso. È lui in questa nuova fase di malanni del Papa che da bronchiti si sono aggravati in un polmonite bilaterale molto seria a guidare l’equipe medica mentre al fianco di Bergoglio, giorno notte, c’è il fido Massimiliano Strappetti, infermiere formatosi proprio al Gemelli e che ormai da anni il Papa ha preso come suo primo assistente per tutto ciò che riguarda la sua salute.

Le terapie somministrate al Pontefice, spiega Alfieri molto candidamente, "gli auguriamo che abbiano un impatto tale perché viva fino a 200 anni, e ognuno tocchi ferro. Ma ora il rischio reale si chiama sepsi. Se malauguratamente le terapie dal cortisone che teniamo basso perché abbassa le difese immunitarie, alle altre, se per sciagura lasciassero che uno di questi germi, poiché è affetto da infezione polimicrobica, dovesse passare nel sangue, allora avremmo una sepsi e quello sarebbe un rischio grosso. Oggi non ha la sepsi". I giornalisti sgranano gli occhi in forma interrogativa. "La spiego meglio – sintetizza –. Il vero rischio è che i germi passino nel sangue. Però ora l’infiammazione è solo nei polmoni. Se questi germi invece di localizzarsi vanno in circolo nel sangue rischiano di intaccare altri organi, come il cuore. Auguriamoci che mai accada, ma questo è il vero rischio".

Adesso comunque il Papa "non è in pericolo di vita", ha proseguito forse per rassicurare sulle prime dichiarazioni che hanno fatto cadere il gelo nella sala, "oggi è andato in cappella a pregare". Nonostante la situazione alquanto seria, il Papa non ha perso un po’ del suo proverbiale buonumore. Ad esempio, ha confidato sempre Alfieri, quando la mattina fa il suo ingresso nella sua stanza, il professore lo saluta con il reverente "Buongiorno, Santo Padre" e Francesco risponde sornione, "Buongiorno, Santo figlio". Tuttavia il quadro rimane complesso, il Papa almeno un’altra settimana dovrà stare blindato nell’appartamento dei Papi al decimo piano. "Ora siamo in una situazione in cui abbiamo addirittura abbassato qualche farmaco, ma è presto, signori miei, è presto", invita Alfieri.

Un’altra frase del professore chirurgo gela un po’ l’audience mediatica: "Il Papa sa che tutte le porte sono aperte", una frase un po’ sibillina che qualcuno ha messo subito in relazione alla possibilità che il Pontefice stia prendendo in considerazione anche la rinuncia. Di sicuro, Alfieri e Carbone hanno voluto chiarire che il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità, e dunque "basta fake news". Bergoglio per ora non si renderà visibile. Per farlo dovrebbe comunque essere in una condizione tale anche da presentarsi come si conviene a un Pontefice.

Oggi sarà una giornata di riposo assoluto. Domani per l’Angelus Alfieri non esclude che Francesco si affacci, ma sarebbe una scelta che eventualmente il Papa compirebbe in totale autonomia e sovranità, non certo per raccomandazione dei medici, così come fa con le visite che di norma non sarebbero opportune.