Domenica 6 Ottobre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

La proposta di Forza Italia. Cittadinanza dai 16 anni dopo due cicli di scuola. Si chiamerà Ius Italiae

Il ministro degli Esteri: "Pronti a discuterne con i nostri alleati e poi in Aula". Ma il leader della Lega insiste: la legislazione sulla cittadinanza va bene così com’è.

La proposta di Forza Italia. Cittadinanza dai 16 anni dopo due cicli di scuola. Si chiamerà Ius Italiae

Il ministro degli Esteri: "Pronti a discuterne con i nostri alleati e poi in Aula". Ma il leader della Lega insiste: la legislazione sulla cittadinanza va bene così com’è.

"Avevamo detto che avremmo presentato una proposta e l’abbiamo fatto, pronti a discuterne prima coi nostri alleati e poi in Aula". Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani presenta la proposta sulla cittadinanza di Forza Italia firmata dai due capogruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. Dieci anni di scuola per ottenere la cittadinanza ai nati o arrivati in Italia entro i 5 anni e norme più rigide per il riconoscimento dello Ius sanguinis a chi ha ascendenze italiane.

Gli azzurri non recedono insomma dalla sfida sui diritti per estendere il consenso e cercare di eroderlo anche alle fasce liberali del centrosinistra. Non senza strascichi polemici con la Lega, i cui giovani hanno contestato il vicepremier dal pratone di Pontida, obbligando alle scuse un Matteo Salvini, comunque convinto che la legislazione va bene così com’è. Mentre dalla kermesse di Brucoli il capogruppo di FdI a Montecitorio Tommaso Foti promette che "si vedrà se ci sono punti di convergenza o meno".

Il leader azzurro ha ben di che sostenere che "non si tratta di regole permissive né che servono a favorire l’immigrazione irregolare". La formula forzista ritocca infatti di poco le regole vigenti, anticipando in sostanza di un paio d’anni la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana. Motivo per cui la proposta è stata denominata Ius Italiae. "Perché essere cittadini italiani è una cosa seria – spiega Tajani –. Noi diciamo che per essere italiano bisogna, intanto, conoscere l’italiano, conoscere la storia d’Italia, la geografia italiana, la Costituzione della Repubblica e l’educazione civica".

Per questo si prevede il riconoscimento della cittadinanza al raggiungimento del 16° anno di età per i nati in Italia o arrivati entro il compimento del quinto anno di età, che abbiano risieduto ininterrottamente per dieci anni in Italia e frequentato con profitto le classi della scuola dell’obbligo (5 anni elementari, 3 di medie, 2 di superiori). Finché minorenni, la richiesta deve essere fatta da un genitore. Se il genitore non esercita questa facoltà, si potrà chiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno. Inoltre, la proposta di FI riduce i tempi di attesa, da 36 a 18 mesi al massimo, per le risposte alle domande di cittadinanza richiesta a seguito di matrimonio, adozione di maggiorenne, residenza (decennale o quadriennale a seconda che il richiedente sia extracomunitario o comunitario) sul territorio italiano.

Per metterla in profitto, "questo permette di mettere a frutto tutte le spese che noi facciamo per formare 900mila ragazzi non italiani che oggi frequentano le scuole pubbliche italiane – sostiene Tajani. – È giusto non utilizzare subito le loro capacità, la loro intelligenza, la loro esperienza". Per lo stesso motivo gli azzurri sono contrari alla proposta referendaria di ridurre da 10 a 5 gli anni per ottenere la cittadinanza. E per questo Riccardo Magi di +Europa boccia come "bluff" la proposta forzista e esorta a partecipare alla consultazione prossima ventura, se così disporrà la Consulta.

Quanto allo Ius sanguinis dei nati all’estero con ascendenza italiana, la proposta azzurra restringe la ricerca genealogica ai bisnonni nati in Italia, mentre oggi si può risalire ai nati e emigrati dal 1861, data dell’unità del Paese. La questione oriundi è nota a tutti soprattutto in campo sportivo, specie calcistico. Ma "non è giusto se deve essere una scusa per avere il passaporto comunitario", rileva il ministro degli Esteri. La disposizione ovviamente si applicherà solo ai nati dopo l’entrata in vigore della legge.