Italia-Israele si giochi a porte chiuse. Perché il clima politico nel Paese è sempre più problematico "tra i silenzi complici dei partiti di sinistra, la remissività della magistratura nel perseguire chi fa apologia di terrorismo e l’inerzia del governo a fronte di un anno di istigazione all’odio". Lo chiedono Alessandro Litta Modignani, presidente dell’Associazione Milanese Pro Israele, e Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica di Milano, a proposito della quarta partita del girone della Uefa Nations League in programma il 14 ottobre alle 20.45 allo stadio Friuli di Udine. E mentre il Comune continua a rinviare la mozione per concedere il patrocinio alla partita: secondo il sindaco di centrosinistra Alberto Felice De Toni potrebbe "creare divisioni e quindi problemi sociali" in città.
"Abbiamo appena inviato la richiesta formale al ministro dell’Interno Piantedosi", fanno sapere Litta Modignani e Romano. "Purtroppo da un anno a questa parte il clima per il mondo ebraico e israeliano si è fatto insostenibile. Manifestazioni settimanali dove si grida “morte agli ebrei“, eventi culturali contestati, fino alle piazze di sabato scorso a Milano, con invettive e aperte minacce nei confronti di Liliana Segre, di altri esponenti della comunità ebraica italiana e di sostenitori di Israele non ebrei", spiegano.
Poi i due attaccano il primo cittadino del capoluogo friulano, che "si è rifiutato di concedere il patrocinio al match, con l’incredibile motivazione che “Israele è un Paese in guerra“. Come se la guerra non fosse stata scatenata dal pogrom di Hamas del 7 ottobre, e Israele quell’attacco non lo avesse subito. Inoltre, nel giorno stesso dell’incontro (in altra ora e in altra parte della città) è previsto a Udine un corteo pro Palestina, promosso dalla solita galassia di circoli di estrema sinistra e sigle arabe sostenitrici di gruppi terroristi come Hamas e Hezbollah". Ieri a Udine è stata ulteriormente rinviata la discussione sulla mozione per il patrocinio del Comune alla partita, tra le critiche dell’opposizione.
Intanto il prefetto di Udine Domenico Lione ha fatto sapere che non ci sono motivi di ordine pubblico per le porte chiuse. A luglio il sindaco aveva detto no alla richiesta della Figc sostenendo che il patrocinio può essere concesso solo a iniziative non a scopo di lucro. L’ex sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint (Lega) aveva risposto offrendo la disponibilità della sua città ad ospitare l’evento o la nazionale di Israele.
Alessandro D’Amato