Roma, 9 giugno 2023 – Ministra Eugenia Roccella, cosa del nuovo ddl, approvato mercoledì dal Cdm, la rende più orgogliosa?
"Il cuore di questo disegno di legge è la prevenzione. Anche gli strumenti repressivi, che vengono potenziati e resi più tempestivi, servono a interrompere il ciclo della violenza prima dell’irreparabile. È un provvedimento che rafforza notevolmente le misure cautelari, e fissa tempi stringenti per la loro applicazione. Ce n’era bisogno, perché l’Italia sulla violenza ha una legislazione molto avanzata, ma con evidenti lacune applicative che abbiamo voluto colmare".
Lo schema di base del ddl è quello del già esistente ‘Codice Rosso’, approvato nella precedente legislatura, ma è proprio convinta che mettere una distanza di sicurezza tra vittima e potenziale violentatore possa costituire una reale salvaguardia per la vittima? È certa che ci possano essere controlli adeguati da parte delle forze dell’ordine?
"Il rafforzamento dell’uso del braccialetto elettronico serve proprio a far rispettare il divieto. E anche la soglia di distanza minima andava fissata visto che c’è stato addirittura chi ha prescritto soli 50 metri".
I braccialetti elettronici sono pochi e spesso poco funzionanti. Come intende muoversi il governo su questo fronte?
"Che i braccialetti manchino non è vero, il problema è che non vengono utilizzati. È per questo che abbiamo cambiato il metodo: prima il braccialetto non veniva applicato salvo disposizione del giudice, ora di norma verrà prescritto salvo che il giudice non lo ritenga necessario. E ovviamente fatto salvo il consenso dell’interessato, che in caso contrario è soggetto ad altre forme di sorveglianza".
Il nuovo ddl stabilisce termini temporali perentori per i magistrati riguardo alle misure cautelari (30 giorni), ma lei è certa che le procure siano in grado di sopperire a questo aggravio di lavoro? E che dice in merito ai pool di magistrati dedicati alla violenza di genere?
"L’Italia ha avuto diverse condanne proprio per i ritardi sull’adozione delle misure cautelari nella violenza contro le donne. Per essere chiari, alcune vite potevano essere salvate se si fosse agito per tempo: termini stringenti sono quindi necessari se vogliamo fermare questa scia di sangue. E questo vale anche per i processi in materia, a cui abbiamo dato una corsia prioritaria. Abbiamo inoltre cercato di favorire la specializzazione dei magistrati senza la rigidità di pool strutturati, attraverso l’organizzazione interna alle procure".
Non pensa che sia necessario anche un approccio culturale profondo sul tema? Che ne pensa, a questo proposito, della propostaprovocazione del presidente del Senato, La Russa, sulla manifestazione di soli uomini?
"Certo che c’è bisogno anche di un lavoro sul piano culturale. Ma anche le leggi fanno cultura e i due piani si sostengono a vicenda. Il governo ha già aumentato di un terzo i fondi per il piano anti violenza, che comprende centri e case rifugio, e con il ministro Valditara promuoveremo una forte campagna di sensibilizzazione nelle scuole in autunno. Quanto all’idea del presidente La Russa, mi sembra ottima: un corteo di maschi contro la violenza sulle donne sarebbe una straordinaria novità".
La forzista Licia Ronzulli propone l’introduzione del reato di duplice omicidio per chi uccide una donna e il figlio che porta in grembo. Che ne pensa?
"La proposta della senatrice Ronzulli risente sicuramente dell’enorme impressione che ha lasciato in tutti noi l’uccisione di Giulia Tramontano e del suo bambino. Noi siamo aperti a tutte le proposte, avremo modo di discuterne durante l’iter parlamentare".
In ultimo, facciamo una foto della società. Secondo lei, cosa c’è di diverso oggi, rispetto al passato, che scatena la furia degli uomini contro le donne? E – a questo proposito – che tipo di messaggio è necessario per cambiare l’esistente, a partire dall’educazione familiare e scolastica?
"Oggi alle forme più antiche di controllo sul corpo della donna se ne aggiungono di nuove, di segno molto diverso. C’è, però, sempre un problema nei confronti della libertà delle donne, che non viene tollerata. In alcuni Paesi ci sono ragazze che rischiano la vita per andare semplicemente a capo scoperto, in altri Paesi la differenza dei corpi sessuati viene negata e svilita, fino a essere ostracizzati, come è accaduto a JK Rowling, censurata per aver usato la parola ‘donna’".
Avete intenzione di intervenire anche sulle scuole per cambiare una cultura corrente? E voi, che messaggio lanciate come governo sul tema al di là dell’aspetto squisitamente legislativo?
"Vorrei che le donne maturassero una maggiore consapevolezza di sé e della propria forza. E vorrei una società con pari opportunità, che per essere tali non possono nascere dall’omologazione ma dalla valorizzazione della differenza: uomini e donne sono diversi, a partire dai loro corpi. Eppure tutto, dai servizi all’organizzazione del lavoro, è tarato sul maschile. Da femminista sono qui per contribuire a cambiare questa mentalità. E sono felice di far parte del primo governo guidato da una donna".