Venerdì 23 Agosto 2024
GIUSEPPE CATAPANO
Politica

La manovra che verrà. Giorgetti critica la Ue: "Il Patto di stabilità impone scelte limitate"

Il ministro al Meeting di Rimini: saremo costretti a decisioni di corto respiro. Poi ironizza sul Pnrr: "Evoca i piani sovietici". Gentiloni: collaboriamo.

La manovra che verrà. Giorgetti critica la Ue: "Il Patto di stabilità impone scelte limitate"

Il ministro al Meeting di Rimini: saremo costretti a decisioni di corto respiro. Poi ironizza sul Pnrr: "Evoca i piani sovietici". Gentiloni: collaboriamo.

Pensiero corto e pensiero lungo. Interventi per l’immediato e per il futuro, con i vincoli europei da considerare. È la manovra. Per Giancarlo Giorgetti non è che ci sia tanto da ‘ballare’. Il ministro dell’Economia, sul palco del Meeting di Rimini, non risparmia frecciate all’Europa. Primo bersaglio, il Patto di stabilità. "Il concetto di investimento – osserva – non è adeguatamente valutato e gli Stati nazionali sono costretti a fare valutazioni inevitabilmente di corto respiro nelle decisioni di politica di bilancio". Non c’è altra strada, sostiene il ministro. "Se anche la politica volesse avere un pensiero lungo – dice – poi subentrano delle regole magari decise a livello europeo proprio come il nuovo Patto di stabilità". Il conto alla rovescia per la legge di bilancio è partito. E non mancano i nodi da sciogliere.

Sullo sfondo c’è il Pnrr. E in questo caso al pensiero critico Giorgetti aggiunge un pizzico di ironia. "Abbiamo svariati miliardi – spiega il ministro dell’Economia – messi per la crescita e le conversioni delle competenze professionali, potrei riempirvi di progetti che ricordano i piani quinquennali dell’Unione sovietica. Ma il problema è capire se la formazione e l’acquisizione di competenza possono essere spinte dallo Stato o essere ’tirate‘ dalle imprese. Per me è più efficiente l’apprendimento spinto dalle imprese, più mirato rispetto a quello immaginato da qualche politico o da qualche burocrate".

Il discorso si sposta su Industria 5.0. "Abbiamo fatto una fatica terribile, insieme ai colleghi del Mimit, a trovare delle formule che permettessero di estendere il più possibile anche alla formazione l’utilizzo dei fondi. In base ai diktat che arrivavano da Bruxelles sarebbe stata limitata solo alcuni settori legati alla transizione energetica".

Nella sua giornata riminese, Giorgetti parla anche di banche ("non possono essere solo un algoritmo, va colta la dimensione delle imprese che va oltre i numeri") e di imprenditori ("determinanti per lo sviluppo"), poi visita la mostra dedicata ad Alcide De Gasperi e ‘incassa’ la richiesta dell’associazione degli esodati del Superbonus di "riprendere in mano il dossier" che li riguarda. Ma tra i padiglioni del Meeting si discute soprattutto di manovra. Lo aveva fatto mercoledì il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, fissando nella riduzione del debito pubblico il primo obiettivo da raggiungere. Sul tema, oltre a Giorgetti, torna anche anche Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca. "Rifinanzieremo il taglio del cuneo fiscale ed è un’ottima notizia per le imprese".

Poi tocca al commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, fare il punto della situazione. "Buoni" i livelli di crescita dell’Italia negli ultimi periodi, ma il nostro Paese "è particolarmente esposto sul debito pubblico che, dopo quello greco, è il più alto dell’Unione europea e a differenza di quello greco non ha ancora imboccato, come deve imboccare nei prossimi dieci anni, una via sicura di graduale riduzione". Non manca una replica a Giorgetti sul Patto di stabilità. Che, per Gentiloni, "non costringe affatto gli Stati a politiche di breve periodo. Penso che dia in realtà l’impulso a lavorare sul medio e lungo periodo, parliamo di un piano pluriennale di quattro o addirittura sette anni che i diversi Paesi devono presentare alla Commissione. Tra l’altro – sottolinea il commissario europeo – la collaborazione con il ministro Giorgetti è sempre stata ottima, abbiamo lavorato insieme molto bene e proprio Giorgetti ha avuto un ruolo importante nella definizione del nuovo Patto di stabilità, rappresentando l’Italia e sostenendolo a nome del Paese". E le parole sul Pnrr? Nessun caso politico. "Quella del ministro sul piano sovietico – assicura Gentiloni – era soltanto una battuta".