Il tour delle primarie le dà forza ed entusiasmo. "Un abbraccio che ho sentito subito alla partenza di Roma come poi a Palermo e nelle ultime ore in Toscana. C’è voglia di rinascita e di ripartenza ed io la vivo insieme alla nostra gente", parole di Elly Schlein, in corsa con Stefano Bonaccini e Paola De Micheli per le primarie dem.
Schlein, che clima respira dopo le prime uscite della sua campagna per la conquista del Nazareno?
"Sono impressioni straordinarie. La nostra gente vuol tornare a contare e io voglio far rinascere un partito degli elettori, non degli eletti e delle correnti. Queste assemblee che stiamo organizzando sono occasioni importanti per ricucire con tanti iscritti delusi. Tanti stanno tornando, molti si affacciano con curiosità e voglia di partecipare. E tante sono anche le presenze diverse, anche fuori dal partito".
Sarebbe già un successo recuperare i delusi dopo la sconfitta di tre mesi fa.
"Io voglio creare un ponte nel nome dell’impegno tra chi è dentro il partito e chi non si ritrova più. E lo voglio fare in nome di tre capisaldi del mio programma: lavoro, ambiente e lotta alle disuguaglianze accendendo i riflettori anche su cardini del nostro vivere sociale quali la sanità pubblica a cui ridare efficienza e la scuola".
Lei, Bonaccini, De Micheli. Come va a finire?
"La situazione non è granitica, la sfida è sulla linea politica. Io faccio il mio sincero in bocca a lupo a tutti. Sono convinta che la base meriti più ascolto per ridare vigore a una comunità che cammina insieme in nome del buon governo che in tantissime amministrazioni abbiamo manifestato".
A proposito di sindaci, Dario Nardella, primo cittadino di Firenze e guida del cosiddetto fronte degli amministratori dem ha scelto però Bonaccini.
"Sono comunque contenta che
ci sia un filo di dialogo importante con Nardella. È un interlocutore molto prezioso, ci siamo trovati su idee diverse, ma è fondamentale che entrambi lavoriamo per un Pd unito, il dialogo proseguirà. Ci si può dividere - sulla visione del futuro delle prospettive per questo nuovo Pd, ma rimanere senz’altro uniti nel fare crescere questa comunità. Non credo che ci sia un rischio scissione perché stiamo lavorando tutti nella stessa direzione".
Il Pd e i Cinque Stelle, una sintonia da ritrovare? Intanto verso le elezioni regionali in Lombardia c’è intesa e in Lazio no. I dem non rischiano di essere ostaggio del partito di Conte?
"Il Pd, dopo l’atroce sconfitta elettorale, nelle forze di opposizione è quella più unitaria. Sui temi fondamentali deve coordinare l’opposizione. Auspico che con i Cinquestelle si trovino convergenze su temi che qualificano la nostra battaglia politica come il lavoro prima di tutto, ma anche il clima pensando anche alla tutela del nostro territorio che si mostra sempre più fragile senza una gestione attenta, e anche all’affermazione dei diritti per combattere le disuguaglianze che caratterizzano la nostra società".
Una domenica dedicata alla Toscana. Lo sa che ha visitato la terra degli avversari visto che il vertice del Pd regionale sta con Bonaccini?
"Macché, la Toscana è contendibile. È una terra che ha dato molto alla sinistra e anche da qui può rinascere il Pd. Abbiamo messo gli altoparlanti fuori dalle sale dove parlavo perché c’era talmente tanta gente che non c’era posto per tutti. La Toscana, come Roma quando ho annunciato la mia candidatura e Palermo, mi ha regalato tante emozioni e talmente tanta forza che queste settimane saranno utili per ridisegnare il nostro partito".
Il partito che sogna. Crede davvero possa diventare reale?
"Non ci serve un partito degli eletti e delle correnti, ci serve un partito che ascolta e coinvolge la base. Io creo ponti con chi è deluso e con chi è rimasto fuori. E guardo con attenzione alle fasce deboli come anziani e disabili, alle disuguaglianze, ai servizi pubblici essenziali".
Un lavorone.
"La base chiede rinnovamento. Dobbiamo ricucire con i nostri mondi di riferimento. Se camminiamo insieme potremo ritrovare il senso di comunità".