Mercoledì 17 Luglio 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

La linea Meloni sui conti: "Stop agli sprechi e alle scelte di bandiera. È l’anno delle riforme"

La premier al primo Consiglio dei ministri: "Paghiamo la truffa Superbonus". E sul presidenzialismo assicura: "Già pronta una proposta di Casellati"

Roma, 29 agosto 2023 –  Giorgia Meloni torna al lavoro e nel primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva prende il toro, pardon la manovra, per le corna, sposando in pieno la linea austera del ministro Giorgetti. "Bisogna tenere i piedi ben piantati per terra, e usare le risorse disponibili con la massima attenzione". Non si tratta però solo di mantenere stretti i cordoni della borsa, anche se certo il risparmio è sempre gradito: a guidare le forbici deve essere una logica politica. "Non possiamo permetterci sprechi, quello che vi chiedo – dice alla sua squadra – non è una semplice spending review ma di tornare a fare politica. Se ci sono misure che non condividiamo, quelle non vanno finanziate".

La conferenza dopo il primo Consiglio dei Ministri dopo le ferie
La conferenza dopo il primo Consiglio dei Ministri dopo le ferie

Reddito di cittadinanza e Superbonus

Significa in concreto una pietra tombale non solo su tutto ciò che somiglia al reddito di cittadinanza o al superbonus, che bolla come "una tragedia contabile, dai documenti dell’agenzia delle Entrate emergono più di 12 miliardi di irregolarità: la più grande truffa ai danni dello Stato". Questo della presidente del Consiglio è anche un monito preciso rivolto alle forze di maggioranza cui chiede "compattezza", smettendola con le discussioni fatte nei giorni passati da Antonio Tajani e Matteo Salvini. Non possono esserci assalti alla diligenza, bisogna saper rinunciare alle proprie bandiere, perché le priorità politiche sono due e solo due: sostegno alla famiglia e lotta contro la denatalità e "aiuto alle famiglie povere". Vuol dire, per esempio, che non si può pensare a un calmiere per le accise che, per Giorgia, andrebbe a vantaggio dei più ricchi che consumano più carburante; quei soldi vanno invece concentrati sul taglio del cuneo che favorisce i redditi più bassi. Uno spiraglio alle richieste del leader di Forza Italia di puntare sulle privatizzazioni per fare cassa e intervenire sulle pensioni minime sembra aprirlo il ministro Giorgetti quando dice: "Ci sono delle situazioni da cui potrebbe essere necessario disinvestire, che potrebbero originare una riallocazione delle partecipazioni dello Stato". In concreto: si valuterà se fare privatizzazioni.

Caro energia

Quanto al caro energia non è più la priorità: "Gli sgravi torneranno di attualità nella misura in cui prezzi di gas ed elettricità lo consiglieranno", aggiunge il titolare del Mef. Sull’ammontare della manovra nessuno si scopre: dipenderà anche dall’andamento del negoziato a livello europeo sul nuovo patto di stabilità, sottolinea Giorgetti. "Forse raggiungeremo un accordo, forse no", chiosa con toni non proprio ottimisti. Lo scenario sarà più chiaro quando fra un mese l’esecutivo varerà la Nadef. In questi giorni, Palazzo Chigi e Mef stanno esaminando i desiderata dei vari ministeri che pare superino i i 40 miliardi, ben oltre i 30 miliardi attorno a cui dovrebbe aggirarsi il monte risorse complessivo. La riunione non si esaurisce con il disegno di questa, per ora teorica, linea di condotta in materia di legge di bilancio. "Mi auguro che vi siate riposati abbastanza perché abbiamo tanto lavoro da fare e un’agenda impegnativa che culminerà con le elezioni europee e la presidenza italiana del G7". L’esordio di Giorgia con i suoi ministri è già un programma: la partenza, dopo tre settimane di ferie, è spedita. La scelta più importante è il rientro dello Stato in Tim. Al centro delle preoccupazioni del governo, a pari merito con l’economia, c’è l’immigrazione: "Aumentano i flussi, difficile spiegarlo ma la direzione del governo è giusta".

Il secondo anno di mandato

Nelle intenzioni di Giorgia Meloni il Consiglio del rientro non deve aprire la strada solo verso la manovra ma anche verso il secondo anno del suo governo; gli obiettivi che delinea non potrebbero essere più ambiziosi: prima di tutto la sua bandiera, il presidenzialismo: "È pronta la proposta della ministra Casellati che centra i due obiettivi che ci prefiggiamo: dare stabilità ai governi e far decidere ai cittadini chi debba governare. Sarà uno dei primi provvedimenti che vareremo". Ma anche autonomia differenziata, riforma della giustizia, delega fiscale.