Venerdì 15 Novembre 2024
GIULIA PROSPERETTI
Politica

La lezione di Mattarella: "Ho promulgato leggi che non amo ma la democrazia vive di regole"

Il Capo dello Stato davanti a mille studenti per i 25 anni dell’Osservatorio permanente giovani-editori. Il presidente Ceccherini: "Alleniamo i giovani a sviluppare il pensiero critico, solo così saranno liberi".

La lezione di Mattarella: "Ho promulgato leggi che non amo ma la democrazia vive di regole"

Il Capo dello Stato davanti a mille studenti per i 25 anni dell’Osservatorio permanente giovani-editori. Il presidente Ceccherini: "Alleniamo i giovani a sviluppare il pensiero critico, solo così saranno liberi".

Una straordinaria lezione di educazione civica e di democrazia. È quella regalata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai circa mille studenti italiani delle scuole secondarie di secondo grado radunati ieri al Salone delle Fontane di Roma per celebrare i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. L’importanza della media literacy, lo sviluppo dello spirito critico, i rischi e le opportunità legati all’utilizzo crescente dell’Intelligenza Artificiale nella nostra società, il ruolo super partes del capo dello Stato nella nostra democrazia, la fuga dei giovani talenti dall’Italia e il futuro nel paese per chi resta, il crescente disinteresse dei ragazzi verso la politica.

Nel botta e risposta con i sei studenti saliti sul palco, Mattarella ha usato parole semplici per affrontare questioni complesse. Non un discorso da "laudator temporis acti" – perché il mondo, ci ha tenuto a sottolineare, "è molto più entusiasmante oggi" – ma un dialogo intergenerazionale che ha visto il presidente della Repubblica parlare a cuore aperto.

"In questi quasi dieci anni mi è capitato più volte di adottare decisioni che non condivido, di promulgare una legge o un decreto che ritengo sbagliati, anche inopportuni, ma se sono stati approvati dal Parlamento che esercita la volontà politica io, a meno che non vi siano evidenti incostituzionalità, ho il dovere di promulgare". Ogni tanto – ha proseguito Mattarella – "sentirete dire ‘il presidente della Repubblica non firmi questa legge perché è sbagliata’. Sorrido quando mi arrivano questi appelli. Chi dice questo è come se vivesse ancora con lo Statuto Albertino. Fortunatamente non siamo una monarchia, siamo una Repubblica. La democrazia vive di regole che non devono essere mai violate".

In un mondo in cui si affaccia l’IA e la tecnologia sta prendendo il sopravvento, dove diventa sempre più concreto il "rischio di farsi catturare dallo smartphone come prigionieri isolati di un mondo che non corrisponde alla realtà" il presidente della Repubblica – a pochi giorni dalla querelle con Elon Musk – ha invitato i giovani a "sviluppare lo spirito critico" lanciando un monito: "Informarsi, evitare trappole manipolative è un diritto democratico che differenzia lo stato di utente da quello di cittadino. È indispensabile assicurare che i livelli di democraticità non vengano ridotti da strumenti tecnologici che non si governino in maniera adeguata". A difesa della democrazia – ha aggiunto – "occorrono regole che difendano e garantiscano il cittadino da notizie artefatte, falsificate, da fonti oscure, da dati acquisiti violando la privacy come avviene sovente, con l’acquisizione dei dati conservati in archivi e utilizzati per scopi più diversi da chi li detiene".

Da qui l’importanza di garantire sempre "un’informazione libera, indipendente e plurale, in cui la funzione professionale dei giornalisti è quella di certificatori di verità". Informazione che è "ossigeno per la vita democratica di un Paese" e non deve essere considerata alla stregua di un "prodotto" ma come "un bene essenziale".

"L’invito che viene da questa assemblea – ha concluso Mattarella – è dubita e dibatti". Uno slogan che – come ha spiegato il presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori Andrea Ceccherini – è anche il nome del nuovo progetto internazionale e multimediale ‘Doubt and Debate’ volto, sulla scia de ‘Il Quotidiano in Classe’, ad "allenare i giovani a sviluppare quel pensiero critico, che rende l’uomo più libero, nella prospettiva di aiutare le nuove generazioni a camminare sulle proprie gambe e a ragionare con la propria testa".