Roma, 20 luglio 2023 – Sindaco Enzo Lattuca, da ospite domani e dopodomani a Cesena della due giorni di ‘Energia popolare’, l’area che fa riferimento al presidente del Pd Stefano Bonaccini, si aspetta la nascita di un nuovo Correntone di minoranza o cos’altro?
"Trovo normale che, in un grande partito, coloro che a 5 mesi dalle primarie hanno sostenuto una medesima posizione e il medesimo candidato in un congresso si ritrovino per discutere come far vivere insieme queste posizioni. La stessa impostazione che Bonaccini ha voluto dare all’iniziativa, invitando la segretaria e chiedendo il contributo di Romano Prodi, non mi sembra aver nulla di riottoso rispetto al gruppo dirigente, di cui del resto fanno parte i suoi sostenitori. Mi sembra anzi dimostri intenzioni costruttive".
Bonaccini ci tiene a puntualizzare che non sarà nascita di un nuovo Correntone. Non potrebbe però servire a chiarire la dialettica interna?
"Sono laico in proposito. In un grande partito non padronale né ideologicamente monolitico trovo fisiologico che ci siano posizioni diverse raggruppate tra loro. Le correnti sono una patologia quando sono personali o funzionali alla conservazione di rendite oligarchiche attraverso la spartizione di cariche e incarichi. Ma se rappresentano posizioni politiche non ci trovo nulla di male. Che poi ‘Energia popolare’ possa rappresentare la componente più ‘riformista’ o ‘moderata’, a seconda dei punti di vista, dipenderà dalla piega che prende l’evento. Io mi auguro che si dimostri un’iniziativa innovativa in quanto porta il confronto sulla linea che si vuole proporre nel partito".
Al Pd, più che la democrazia interna, non servirebbe anzitutto reinsediarsi socialmente?
"Il fatto che Schlein abbia posto la difesa del sistema sanitario e il salario minimo come assi dell’estate militante è sufficiente a fare politica per i prossimi due anni. Non buca nell’opinione pubblica? Per noi la priorità è una legge sul salario minimo per 3 milioni di lavoratori poveri".
Se "non buca" neanche tra quei 3 milioni può essere perché dal governo, fino a dieci mesi fa, quella legge non è stata fatta?
"L’errore principale del Pd dopo Renzi è stato quello di partecipare a governi di coalizioni disomogenee dove eravamo il terzo azionista, che in una società è quello che mette i soldi e non prende le decisioni. Mai stato renziano, ma con lui avevamo il timone. Nei governi di unità nazionale abbiamo dato il sangue senza determinare la linea politica. Orlando aveva sul tavolo il salario minimo come Speranza la riforma del sistema sanitario, ma là sono rimasti. Al governo torneremo quando i cittadini decideranno che le nostre posizioni meritano di vincere".
Energia popolare che contributo può dare alla dialettica interna?
"Non avere come principale o esclusivo elemento identificativo i diritti civili, ad esempio, è un tema che Bonaccini vuol portare. Come avere capacità di guardare al Terzo polo e non solo ai 5 stelle per le alleanze. Ma anche parlare insieme e non contro il mondo delle imprese in tema di svolta green. O sui cambiamenti climatici, noi siamo a favore della costruzione degli invasi: non perché ci piace, ma perché può proteggerci dalle piene. Si tratta di un approccio riguardo cui Bonaccini può avere le carte adatte da portare in dote a Schlein e al Pd".