Roma, 12 novembre 2024 – Adesso il nome è Rete dei Patrioti. Una sigla che riunisce la galassia dell’estrema destra, dal Movimento nazionale ai fuoriusciti di Forza Nuova. E che accoglie all’occorrenza, come avvenuto sabato scorso, anche sodali di CasaPound.
Una realtà che a Bologna, benché con numeri limitati (e con immaginabili difficoltà di convivenza) è presente da diversi anni e, periodicamente, produce manifestazioni più o meno partecipate, ma certamente sempre oggetto di contestazione da parte dei collettivi. Una galassia che, in particolare nel primo decennio degli anni 2000 era piuttosto attiva in città: restano negli archivi della cronaca incendi e bombe molotov lanciate, a cadenza periodica, contro le varie sedi di CasaPound, come restano gli scontri di piazza con gli antagonisti. Forse l’episodio più significativo risale al giugno 2009, quando qualcuno diede fuoco alla sede del movimento di ultradestra a piazza di Porta Castiglione: l’allora leader di CasaPound dormiva all’interno con la fidanzata incinta e furono costretti a lanciarsi dalla finestra per salvarsi.
C’era anche lui, anni prima, tra gli indagati dell’operazione di Digos e Ros che decapitò un sodalizio neonazista, che aveva i suoi vertici, il capo e l’ideologo, proprio di casa tra le colline di Bologna: per aderire, bisognava compiere un’azione. Di solito, si trattava di assalti o pestaggi.
Il sodalizio venne scardinato, ma alcuni degli indagati restarono a gravitare in città. Una decina di anni fa, dopo l’ultimo incendio appiccato alla sede di via Malvolta, CasaPound si è trasferita fuori porta. Restava Forza Nuova. Anche la sede di questo movimento fu colpita più volte: l’ultima bomba carta è del 2018, a seguito della quale arrivò Roberto Fiore in piazza Galvani. Prevedibili gli scontri sotto al Pavaglione con gli antagonisti. Post Covid, è arrivato il Movimento Nazionale - Rete dei Patrioti.
Di recente, in quest’area, ha fatto notizia la vicenda di Selene Ticchi, leader del movimento femminile Evita Peron confluita anche lei nella Rete dei Patrioti: nel 2018, durante l’anniversario della marcia su Roma, aveva indossato una maglietta con il logo Disney e la scritta ‘Auschwitzland’ a Predappio. Denunciata dall’Anpi, assolta in primo grado, è tornata a processo dopo che la Cassazione ha annullato la sentenza. C’era anche lei era in piazza tra i trecento ‘patrioti’ sabato scorso, in marcia vicino alla stazione contro il degrado. Al corteo ha partecipato anche il movimento Indipendenza, con l’ex consigliere comunale della fu An Massimiliano Mazzanti.