
Chiara Braga, 45 anni, capogruppo Pd alla Camera (ImagoE)
Roma, 16 aprile 2025 – Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera: neanche il tempo di festeggiare per Emilia-Romagna e Umbria che si torna al voto. Questa volta le Regioni sono sei. Faccia un pronostico.
"Possiamo vincere in tutte le regioni".
Sul Veneto non sarei così ottimista: c’è la destra dal 1995.
"Eppure anche lì si chiude una fase, dopo gli anni di Zaia, e ci sono le condizioni, finalmente, per un approccio diverso su tanti temi che stanno a cuore ai veneti, dal lavoro all’ambiente".
Basta solo trovare un nome...
"Il Pd si spenderà al massimo per una candidatura convincente e competitiva".
La Campania invece è del Pd, ma la grana De Luca rischia di polverizzare il consenso.
"Anche lì siamo impegnati a costruire l’unità nel partito e nella coalizione, per arrivare a una candidatura in discontinuità di rinnovamento che sappia proseguire il buon governo di questi anni".
Nel frattempo, un po’ ovunque, e non solo a sinistra, gli ex governatori guardano a ruoli minori: sindaco, consigliere, assessore... Ha senso?
"Il Pd può contare in tutte le regioni su un’esperienza amministrativa e una classe dirigente diffusa e che sa mettersi a disposizione. Sono sicura perciò che sapremo valorizzare disponibilità e impegno di tutti".
Siete anche tornati in piazza, voi e il M5s. Buon segno?
"Le piazze testimoniano un Paese reale che non combacia con la narrazione del governo e che cerca un’alternativa al disagio. Noi siamo con loro".
Siete anche tornati sui luoghi di lavoro.
"Il lavoro è da sempre al centro delle nostre politiche, con il dialogo con le parti sociali, la proposta sul salario minimo, le recenti battaglie sulla sicurezza e non da ultima la grande mobilitazione per i Referendum".
Referendum che vi ha diviso, tanto per cambiare. Molti di voi che hanno voluto e votato il Jobs act e non si pentono.
"Siamo abituati a discutere. Dopodiché nell’ultima Direzione abbiamo ribadito la posizione unitaria del Pd a sostegno dei quesiti. I referendum sono anche una richiesta al governo: guardino in faccia la drammaticità della situazione".
Meloni da Trump la convince?
"Il punto non è se ci va, ma con quale mandato si presenta. Noi crediamo che la risposta debba essere europea. A me sembra invece che la premier vada col cappello in mano a cercare un trattamento di favore che non si sarà, rischiando di indebolire l’Europa".
Calenda l’appoggia. E ha anche lanciato un’opa sui dem.
"Io penso che oggi l’obiettivo di tutte le forze d’opposizione debba essere unirsi in un’alternativa a questa destra disastrosa".
L’aritmetica infatti sarebbe con voi: se foste uniti sareste di più. Il campo largo è definitivamente naufragato?
"La linea del Pd di Schlein resta l’essere testardamente unitari".
Schlein era data debole e isolata ed è ancora lì. Continuano a non vederla arrivare?
"La segretaria in questi due anni ha unito il partito più di quanto non sembri e ha ottenuto risultati importanti nella costruzione di un’alternativa di governo. La sua azione quotidiana dimostra ogni giorno quanto certi pregiudizi su di lei fossero del tutto infondati".