Mercoledì 4 Settembre 2024
BRUNO MIRANTE
Politica

La crisi grillina: "Il Movimento è morto. Via Beppe Grillo, resta il partito di Conte"

Federico Pizzarotti, volto storico del M5s, ora in Azione: è l’ultimo atto. "Ci siamo divisi diventando una forza di governo. Il resto è conseguenza"

La crisi grillina: "Il Movimento è morto. Via Beppe Grillo, resta il partito di Conte"

Federico Pizzarotti, 50 anni

Roma, 6 settembre 2024 – La resa dei conti interna al Movimento 5 stelle è destinata ad aprire nuovi scenari politici. Ieri, dopo un nuovo giro di incontri romani tra ex esponenti e dissidenti, il fondatore del movimento, Beppe Grillo, è tornato nuovamente a criticare la linea del presidente Giuseppe Conte, che ha indetto una ’Costituente’ a ottobre con l’intento di abbattere gli ultimi totem della storia grillina, come il limite dei due mandati e il nome del movimento.

Federico Pizzarotti, ex sindaco di Parma e storico esponente del Movimento, oggi in Azione, quando è iniziata la fase di declino, la spaccatura era evitabile?

"La fine del M5s è iniziata con l’ingresso nel governo con la Lega e non tanto per Salvini in sé, che per me dal punto di vista valoriale può essere una delle cose più lontane, ma per lo scendere a compromessi. Si va al governo dopo che per anni si era detto tutto e il contrario di tutto. Questo ha determinato la creazione di due anime all’interno, una oltranzista, forse anche fuori dallo spirito di realtà delle cose, e una che ha scelto di intraprendere la strada di un movimento di governo, all’inizio cappeggiata Di Maio, prima dell’arrivo di Conte...".

Ora le due anime sono arrivate allo scontro?

"È evidente che la resa dei conti della realtà sulla teoria doveva arrivare, e doveva arrivare in un momento in cui permette anche a Conte di rottamare definitivamente Grillo, con l’eliminazione del nome dal logo. Un processo nato dopo la creazione di due blog diversi.

Il passo successivo?

"La nascita di un partito personalistico, ma non più legato alla figura di Beppe Grillo, bensì a quella di Conte, liberandosi del nome e di alcuni punti cardine come la regola dei due mandati".

Dal suo punto di vista è un’evoluzione o un’involuzione?

"A mio avviso non si può parlare di evoluzione. Il Movimento 5 Stelle era l’antipolitica, è morto quando è diventato l’apparato della politica".

Ma la collocazione voluta da Conte nel centrosinistra quanto ha influito?

"La collocazione di Conte è a sinistra da sempre, da quando doveva nascere il suo partito, erano i tempi in cui era stato bocciato il suo statuto e Beppe Grillo lo prendeva sostanzialmente in giro.

Anche lì si arrivò a un passo dalla scissione?

"Sì, ma poi i due trovarono l’accordo e Conte prese in mano il Movimento, trasformandolo in un’altra cosa. Il Movimento aveva aderenti di ogni estrazione politica. Va ricordato che Conte si è buttato a sinistra prima dell’elezione di Schlein a segretaria del Pd e prima dell’alleanza Pd-Verdi Sinistra. Conte ha occupato uno spazio politico e il Movimento oggi è Conte e praticamente nessun’altro, forse vagamente Chiara Appendino. Non ci sono più personaggi di rilievo".