Ieri, al Forum Pd, ospite d’onore il commissario Ue, Paolo Gentiloni (foto). Abbraccio con Schlein all’arrivo. L’intervento di Gentiloni è tutto puntato sull’ultimo Consiglio Ue, conclusosi ieri. Parla di "giornata storica" sull’avvio dei negoziati per l’ingresso dell’Ucraina, critica il veto di Orbàn sul bilancio che vuol dire rinvio degli aiuti a Kiev e spiega che il tema dell’Ucraina sarà spartiacque nella campagna per le Europee perché marcherà la divisioni tra europeisti e nazionalisti. E nella prima squadra, il Pd "sinistra europea di governo" siede per diritto: per ambizioni e storia. I cronisti tentano l’approccio con il ‘federatore’, ma Gentiloni sguscia via. Ma oltre a quello di Gentiloni, tra i capanelli l’altro nome che rimbalza è quello di Mario Draghi. I riformisti dem non hanno gradito la netta chiusura di Schlein alla suggestione di Draghi alla guida dell’Ue. E oggi lo lascia intendere Lorenzo Guerini: "Draghi è una figura che è stata ed è protagonista nella politica europea, le sue decisioni hanno dato un impulso fondamentale in passaggi decisivi per l’Ue, e credo lo possa fare anche in futuro. Dopo di che non lo tirerei per la giacca e non lo invischierei nel chiacchiericcio politico". Altro nome, assai gradito al Pse, quello di Nicolas Schmit, Commissario per il lavoro. Oggi mattinata conclusiva dei lavori del Forum Pd sull’Europa con gli interventi di Romano Prodi e il ‘ritorno’ di Enrico Letta
PoliticaLa ’contro-Atreju’ dem. La sfida di Gentiloni:: "Abbiamo l’ambizione di governare la Ue"