L’Aula della Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul dl flussi, con 180 sì e 106 no. Nel provvedimento (favorevole il centrodestra, contrarie le opposizioni) è confluito anche l’elenco dei Paesi sicuri di origine degli richiedenti asilo, sotto forma di emendamento governativo. Tra questi ci sono anche il Bangladesh, l’Egitto e il Marocco. Il perimetro del dl, in realtà, è stato ampliato da diversi emendamenti, di peso, approvati in commissione. In particolare due che portano la firma della relatrice Sara Kelany (foto). Il primo prevede che i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a Paesi terzi, fatti per rafforzare il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, e per le attività di ricerca e soccorso in mare siano secretati. Il secondo, ribattezzato ‘emendamento Musk’ dalle opposizioni, stabilisce o che per i "procedimenti" di "convalida" del "trattenimento" o di "proroga del trattenimento" del migrante che richiede la "protezione internazionale" sia competente la Corte d’Appello in composizione monocratica. E non più la sezione specializzata in materia di Immigrazione del Tribunale alla quale resta invece la competenza per le controversie "aventi a oggetto l’impugnazione dei provvedimenti" per il "mancato riconoscimento dei presupposti per la protezione speciale". Ma grazie, ad un aggiustamento in corsa, le Corti di Appello avranno un mese di tempo in più per organizzarsi.
PoliticaLa Camera approva. Il decreto flussi. E sui rimpatri passa l’emendamento ’Musk’