Lunedì 19 Agosto 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Ius scholae, i voti per approvarlo ci sono: i calcoli in Camera e Senato

Opposizione e azzurri avrebbero i numeri per l’approvazione alla Camera e in Senato. Una situzione che potrebbe aprire uno scenario di crisi

Migration

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il deputato Maurizio Gasparri partecipano alla Festa dell’Indipendenza degli USA, presso Villa Taverna, Roma, 26 giugno 2023, ANSA/VINCENZO LIVIERI

Roma, 19 agosto 2024 – Forza Italia è contraria allo Ius soli, alla concessione automatica per nascita in Italia della cittadinanza, ma è pronta a un confronto, sulla base di ciò che dissero in passato Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, sul riconoscimento della cittadinanza dopo dieci anni di frequentazione delle scuole dell’obbligo". Parola di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. Che sembrano voler incalzare sia a destra che a sinistra sul tema dello ius scholae rilanciato dal leader 5Stelle Giuseppe Conte e da sempre sostenuto dalla componente centrista sia renziana che calendiana. Anche perché sia al Senato che alla Camera ci sarebbero i numeri per approvare lo ius scholae.

Il vertice Meloni Salvini

Nel giorno del vertice tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, gli azzurri non mollano insomma l’iniziativa estiva. E richiamano soprattutto la premier alla coerenza con la la dottrina europea in tema di diritti di cittadinanza. Questioni tutt’altro che di secondo piano alla vigilia della decisione sul commissario europeo da prendere con Antonio Tajani il prossimo 30 agosto. E sulla quale Forza Italia lascia quasi intendere che si potrebbe sentire libera di votare in parlamento insieme all’opposizione. Cui a sua volta il partito di Tajani pare mandare un messaggio e un guanto di sfida insieme.

Il Pd strizza l’occhio a FI

Dopo aver fatto barriera su questioni come il salario minimo e la sanità sostenute nel primo anno di segreteria dalla dem Elly Schlein, Forza Italia sembra voler alludere che invece è sulle questioni della cittadinanza che si può eventualmente intessere il dialogo col Pd e i centristi in chiave europea. Non tanto nell’ottica di ribaltoni, ma per far concorrenza e "togliere voti" ai dem, come pronosticato da Tajani. Che vuole innanzitutto recuperare egemonia nel centrodestra. Che questo possa arrivare fino a un voto discorde in Parlamento, dipenderà dalla capacità delle opposizioni e dalla disponibilità di rischiare una rottura difficilmente rimarginabile nella maggioranza. Certo è che nelle due camere Fratelli d’Italia e Lega non riuscirebbero a stoppare lo ius scholae, non potendo contare su particolari sostegni neanche dai gruppi misti.

Il conto dei voti in Camera e Senato

Alla Camera il partito della premier ha 117 seggi e il Carroccio 65: fanno 182 voti su 400. Se i 155 voti delle opposizioni (70 Pd, 51 M5s, 12 Azione, 10 Avs, 9 Italia viva, 3 +Europa) si unissero ai 45 deputati azzurri e i 9 di Noi moderati i numeri ci sarebbero, anche mettendo in conto qualche defezioni trai 12 del misto.

E anche al Senato, diventato l’aula più burrascosa, i numeri starebbero dalla parte di Forza Italia e opposizioni. Su 205 senatori, i 63 di Fdi e i 29 leghisti arrivano a 92 voti, potendo forse contare su qualche voto dalle autonomia, ma non dal misto di Avs e Azione e senatori a vita. Le opposizioni dovrebbero avere 82 voti (37 Pd, 27 M5s, 7 Italia Viva, 11 dal Misto), coi 19 azzurri e i 6 di Noi moderati il totale fa 107: numeri ci sarebbero. Il problema è che una votazione senza coinvolgere almeno Fratelli d’Italia avrebbe abbastanza il sapore del ribaltone. E su un tema in grado di provare una crisi con l’altro alleato leghista. Ma non c’è dubbio che Forza Italia voglia sfidare non solo il partito della premier ma anche il Pd, nell’intento di riguadagnare egemonia e con l’occhio sempre rivolto a Bruxelles, dove Meloni non è riuscita a far breccia.