Milano, 5 ottobre 2024 - “Dopo dieci anni di scuola dell’obbligo, puoi diventare italiano”. È il punto cardine della proposta di legge sulla cittadinanza ‘Ius Italiae’, presentata oggi a Milano da Antonio Tajani, intervenuto alla ‘Giornata dell'Economia’ in veste di segretario nazionale di Forza Italia.
“Noi diciamo che per essere italiani - ha detto il vicepremier Tajani - bisogna conoscere l'italiano, la storia italiana, la geografia, la costituzione e l'educazione civica. Ecco perché diciamo nelle nostra proposta dello Ius Italiae che dopo dieci anni di scuola dell'obbligo condotta con profitto, puoi diventare cittadino italiano".
La proposta di legge: cittadinanza a 16 anni
La proposta di legge di Forza Italia introduce lo ‘Ius Italiae’ con cui si prevede "che lo straniero nato in Italia o lo straniero che arriva in Italia - si legge nel testo - entro il compimento del quinto anno di età, che risiede ininterrottamente per dieci anni in Italia e frequenta e supera le classi della scuola dell'obbligo, 5 anni elementari, 3 anni di medie, 2 di superiori, può ottenere la cittadinanza italiana, a 16 anni”.
“Finché è minorenne la richiesta deve essere fatta da un genitore. Se il genitore non esercita questa facoltà, il ragazzo potrà chiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno", spiega il testo.
Il pallino passa agli alleati
“Presenteremo questa proposta di legge dello Ius Italiae alla Camera e al Senato, ma prima di farlo ne parleremo con i nostri alleati”, ha sottolineato Tajani. E su queste parole si aprirà il fronte con la Lega di Salvini, da sempre contraria allo ‘Ius Scholae’, il principio che di fatto è introdotto dallaprosposta di lege di Forza Italia.
“Abbiamo già inviato la nostra proposta ai capigruppo di Camera e Senato di Lega, Fratelli d'Italia e Noi Moderati - ha concluso - perché la possano valutare".
“Evitare le truffe: vogliamo veri italiani”
“Nella proposta di legge si conferma il principio dello ius sanguinis, ma abbiamo deciso di ridurre l'albero genealogico: il principio è valido fino al bisnonno e poi basta, non fino al 1861”, ha annunciato il ministro degli Esteri.
“Quello che vogliamo evitare - ha detto - sono le truffe: la cittadinanza non è un business né una barzelletta: vogliamo veri italiani, non persone che chiedono la cittadinanza solamente per avere un passaporto comunitario", ha concluso.