Venerdì 22 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Politica

Italicus 50 anni dopo. Il ricordo di Mattarella:: "Parte dello stragismo di matrice neofascista"

Il presidente commemora le 12 vittime dell’attentato al treno nel 1974. Ma è polemica per le parole di Mollicone (FdI): "Sentenze teorema anti destra".

"Ho sentito uno scoppio tremendo e una valanga di legno e metallo mi è caduta addosso. Sono sceso dal vagone e sentivo urlare: ’Aiuto, brucio! Aiuto, sto morendo’ e non potevo fare nulla". Solo con le parole dei superstiti raccolte poche ore dopo la tragedia, si può raccontare a 50 anni di distanza l’orrore e la disperazione della strage dell’Italicus. Il lucchese Alessandro Lippi, il 4 agosto del 1974, era sul treno che, partito da Roma, sarebbe dovuto arrivare a Monaco di Baviera, quando all’una e 23 una bomba ad alto potenziale nascosta in una valigetta all’interno della quinta carrozza fece saltare il convoglio all’altezza di San Benedetto Val di Sambro, nel cuore dell’Appennino emiliano, ferendo 48 persone e uccidendone undici. La dodicesima vittima, il ferroviere Silver Sirotti, morì poco dopo l’esplosione, cercando di salvare altri passeggeri da quell’inferno.

Una strage neofascista, come si sospettò fin da subito e come stabilirono diverse sentenze e la commissione parlamentare sulla P2, per cui nessuno però è mai stato condannato. Per ricodare l’eccidio, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha usato parole simili a quelle già utilizzate per la strage del 2 agosto e che avevano provocato un vero e proprio vespaio: "A distanza di 50 anni da questo attentato di matrice neofascista, come stabilito dalla Corte di Cassazione, rinnoviamo il nostro dolore e ci stringiamo alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti". Ma nel giorno dell’anniversario di quella mattanza nera sono state le parole sulla strage di Bologna pronunciate da Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione cultura alla Camera, ad alzare un polverone. "Non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita – ha detto alla Stampa – con questa ipocrisia". L’obiettivo di parte della magistratura era "quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana".

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha subito chiesto a Giorgia Meloni di stigmatizzare l’intervento: "Cosa aspetta Meloni a prendere le distanze dalle gravissime parole di Mollicone, che si dimostra del tutto inadeguato a presiedere la Commissione Cultura?". Anche Italia viva, Azione e M5s (il leader Giuseppe Conte ha detto: "Parole gravissime e Meloni si nasconde") chiedono a Mollicone un passo indietro. Nicola Fratoianni, di Avs, definisce le parole del deputato di Fratelli d’Italia "un insulto alle famiglie delle vittime, agli italiani, alla magistratura, alla verità e alla storia del nostro Paese". Ma anche all’interno di FdI c’è chi prende le distanze. "Non condivido le affermazioni del collega e amico Mollicone. Le sentenze passate in giudicato – fa notare Edmondo Cirielli – coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d’Italia – non si criticano: si applicano. Credo però che sia grave che dalla sinistra si muovano richieste antidemocratiche tese alla censura".

A ricordare l’orrore dell’Italicus e a mettere in ordine i fatti degli anni di Piombo ci ha pensato ieri il presidente Sergio Mattarella: "Cinquant’anni fa la strategia terroristica che mirava a destabilizzare la Repubblica colpì il treno Italicus. La strage è parte significativa della catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana nella quale emerge la matrice neofascista, pur se i procedimenti giudiziari – ha detto – non hanno portato alla espressa condanna di responsabili". Ed è soprattutto per questo, per arrivare finalmente alla verità che Franco, il fratello di Silver Sirotti, punta a far riaprire le indagini su quella che ha amaramente definito "una strage dimenticata".