Domenica 22 Dicembre 2024
PIERO GRAGLIA
Politica

Italia in ritardo. E il ruolo di Fitto è un’incognita

Il nome per la Commissione Ue

Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto

Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto

La partita della nomina del commissario italiano non è solo europea, coinvolge anche la struttura interna del governo italiano. Entro il 30 agosto Ursula von der Leyen aspetta una lettera da Roma con il nome che il governo intende presentare. La tedesca aveva chiesto ai governi di presentare due nomi, un maschio e una femmina, per mantenere l’equilibrio di genere e bilanciare la composizione della Commissione; purtroppo l’indicazione è stata totalmente disattesa dai governi, al punto che su 22 nomi già proposti 16 sono maschi. L’Italia punta su Raffaele Fitto, ma è in ritardo. Il problema ha due facce: quale ruolo avrà il commissario italiano e come verrà riorganizzato il governo con l’uscita del ministro italiano dalla scena nazionale. Riguardo al primo aspetto va ricordato che non è il governo italiano a decidere il portafoglio del nuovo commissario.

L’attribuzione degli incarichi è compito "sovrano" della presidenza della Commissione. Naturale che vi saranno pressioni e negoziati per far sì che la delega italiana sia "pesante", ma Meloni non può imporre il suo punto di vista a von der Leyen, con l’handicap di non aver sostenuto la candidatura della tedesca. Si naviga, quindi, a vista. Poi c’è l’aspetto "italiano" che forse è alla base dell’attesa. Fitto è ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr; quattro deleghe che non sono leggere, soprattutto il Pnrr. La sua partenza per Bruxelles implica lo spacchettamento dei suoi incarichi, con Meloni che già avanza quella che è più di un’ipotesi: la delega del Pnrr nelle mani della Presidenza del Consiglio, per le altre si vedrà. Fatta la scelta, il processo dovrà attendere il responso del Parlamento europeo, che potrà bocciare le candidature che riterrà inadeguate. È già successo e anzi, la frequenza delle esclusioni dei candidati commissari è cresciuta con gli ultimi tre presidenti di Commissione. L’estate sta finendo, stiamo diventando grandi e non si gioca più.