Martedì 2 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

L’Italia chiede industria, competitività o digitale. Ma Ursula Von der Leyen vuole garanzie

Potrebbe risultare "interessante per le prospettive di collaborazione in sede di attuazione del Piano Mattei"

Roma, 1 luglio 2024 - “Fino al 18 luglio non succede niente", confidano dal Governo. Non che i contatti dietro le quinte non proseguano serrati. Ursula Von der Leyen ha fatto sapere che gestisce in prima persona la distribuzione delle deleghe e i rapporti coi governi. Compreso quello italiano di Giorgia Meloni. La cui astensione sul pacchetto di nomine deciso dal Consiglio dei giorni scorsi rappresenta lo scoglio maggiore per la presidente ricandidata. Ma questo è il nodo. Von der Leyen e il Ppe, azionista di maggioranza che vuole consolidarsi, vogliono garanzie sul voto parlamentare del 18 luglio a sostegno della nuova presidenza. Meloni, dal canto suo, vuole garanzie sull’incarico di alto livello, quel "commissario di serie A", con un portafoglio economico "di peso" e la vicepresidenza esecutiva, che considera indispensabile riconoscimento al ruolo dell’Italia e al suo come premier di centrodestra che ha ottenuto il miglior risultato alle Europee. Un diverbio che finora ha mandato in stallo i negoziati.

Migration

Gli uffici della Farnesina avrebbero recapitato a Palazzo Chigi un dossier con le indicazioni preferenziali per l’Italia: politiche industriali, mercato interno e competitività. Non c’è dubbio che il governo Meloni aspiri ad avere un ruolo di primo piano nella modifica del Green deal, dai cui "eccessi deliranti", specie riguardo alla dismissione dei motori termici, vorrebbero uscire non solo i sovranisti, ma anche i popolari. In questo ambito rientra anche la transizione digitale, destinata a investimenti e importanza crescenti, come evidenziano i programmi.

In questo settore le aspirazioni italiane sono destinate a scontrarsi con due figure di spicco: il lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo uscente di maggior peso in qualità di coordinatore delle questioni economiche che firma insieme agli altri commissari, e il francese Thierry Breton, voluto dal presidente francese Macron per guidare i settori industriali e tecnologici, compresa la Difesa, e il mercato interno.

Tutta la partita sembra quindi destinata a riguardare la distribuzione delle deleghe tra questi e il commissario italiano, molto probabilmente Raffaele Fitto; anche se si fanno i nomi della diplomatica Elisabetta Belloni e l’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani, oltre al ministro degli Esteri Guido Crosetto. L’Italia sarebbe inoltre interessata al capitolo migranti, che vede il Paese proteso nel Mediterraneo e più esposto ai flussi. La gestione del settore servirebbe alla distribuzione delle risorse, oltre che degli arrivi sul territorio italiano. E a detta dei diplomatici della Farnesina potrebbe risultare "interessante per le prospettive di collaborazione in sede di attuazione del Piano Mattei", oltre che per la futura ricostruzione dell’Ucraina.