Sabato 23 Novembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Renzi a tutto campo: “La destra è in crisi, ma se il Pd perde Firenze salta la Schlein"

Il leader di Iv e le amministrative: divisi rischiamo di far vincere Meloni. "L’eredità di Berlusconi non è mia. Su fisco e garantismo premiano noi. Conte scappa da me, però sul Mes la sua stampella ha salvato il governo"

Presidente Matteo Renzi, leader di Italia Viva, già sindaco di Firenze: che succede nella sua città? Il campo largo è definitivamente deflagrato?

"Firenze è stata una delle capitali del riformismo e io lavoro perché lo rimanga. Il problema è nato con le ultime scelte dell’amministrazione uscente. Dario Nardella sta sprecando oltre 100 milioni di euro pubblici sullo stadio. Toglie soldi alle case popolari e alle scuole per darli a uno stadio rabberciato, riuscendo nell’impresa di cacciare per anni la Fiorentina. Per di più non avendo i soldi per finire i lavori: il cantiere rimarrà bloccato e la Fiorentina giocherà anni a Cesena o Modena. Che follia! Era dai tempi della famiglia Bischeri che a Firenze non si commetteva un errore del genere. E poi c’è questa esplosione di multe che si spiega solo con l’esigenza di fare cassa. Ma tra meno di 6 mesi Nardella sarà fuori da Palazzo Vecchio per legge: ci sono tutte le condizioni per fare senza di lui visto che lui oggi è l’ostacolo maggiore per trovare un accordo dentro la maggioranza, con la Fiorentina, nelle varie anime del Pd. Lontano da Firenze è bene che ci stia Nardella, non la Fiorentina".

Matteo Renzi
Matteo Renzi

Per la scelta dei candidati lei propone le Primarie. Ma ci crede ancora, come metodo, a Firenze come altrove?

"Credo nella politica. Se fossi Elly Schlein farei di tutto per non perdere Firenze. Perché se perde Firenze, il giorno dopo perde il Nazareno. Siccome non credo che la segretaria sia una sprovveduta sono certo che alla ripresa il Pd si inventerà qualcosa per bloccare questo suicidio. Nardella ha rotto la maggioranza, ha rotto il gruppo del Pd, ha rotto con la Fiorentina. Lo manderanno a Strasburgo e così potremo tornare a fare politica in città".

Rimaniamo sul merito. Scenario A: il Pd va da solo, Iv anche, Del Re si apparenta con lei. Che esito prevede?

"Se ci saranno primarie del centrosinistra a cui parteciperanno tutti senza il gruppo dirigente del Pd, voteranno tantissimi, almeno in 20mila. Chi vincerà – che sia Saccardi o Del Re – andrà al ballottaggio con la destra. Perché se si fanno le primarie del centrosinistra, il gruppo dirigente che ha preso in ostaggio il Pd fiorentino viene spazzato via".

Scenario B, il Pd accetta le Primarie, vince la loro candidata. Crede ci sia il tempo per collaborare davvero?

"Sì. Ma non le accettano perché hanno paura di perdere. Come fanno a vincere difendendo la linea sciagurata su stadio, multe, sicurezza?"

La vera domanda che tutti si pongono è: non vede la possibilità concreta di consegnare le vostre città alla destra, Firenze compresa?

"Sì, ed è paradossale. Secondo me nel 2024 vedremo i primi segni della crisi della destra. Meloni è stata salvata sul Mes dalla stampella di Conte e dei grillini, ma ha rischiato. Avverto del nervosismo in tutti i partiti della maggioranza. in questo scenario consegnare Firenze alla destra è possibile solo se Schlein fa alle comunali lo stesso errore che Letta ha fatto alle politiche, escludendoci. Se lo fa, significa che amano forme estreme di masochismo. Nel caso, mi spiace per loro".

Alle Europee il tema alleanze è vitale. Italia Viva sfiderà da sola lo sbarramento del 4%?

"Alle Europee il tema alleanze è vitale, come dice lei. Ma è europeo. Noi stiamo con Renew Europe. Cioè con gli Stati Uniti d’Europa, con l’elezione diretta del presidente della commissione, con l’esercito europeo, con il superamento del diritto di voto, con l’Erasmus. Se questo è lo scenario ci alleeremo con chi condivide questi temi. Faremo più del 4%, sicuramente. Ma paradossalmente è fondamentale esserci perché questi temi meritano rappresentanza politica. E io non rinuncio a dare una casa a chi crede in questi valori. Nei valori della politica e non dell’aggressione personale".

Che le ha detto Gasparri l’altro giorno in Senato per farla arrabbiare così tanto?

"Mi ha insultato. E questo dice molto della qualità dell’uomo Gasparri".

Lei però, citando l’eredità tradita di Berlusconi, ha avallato un’analisi diffusa: in quell’eredità si iscrive anche lei?

"No. Io vengo da una storia diversa. Non ho mai votato Berlusconi. Però non l’ho mai odiato come ha fatto quasi tutta la sinistra e non l’ho mai sfruttato come ha fatto quasi tutta la destra. Hanno spremuto Berlusconi, i suoi voti, i suoi soldi per farsi una carriera alle sue spalle. E ora che non c’è più tradiscono il grande messaggio europeista che comunque il Cavaliere aveva sempre dato. Personalmente credo che l’eredità politica di Berlusconi sia talmente impegnativa che nessuno può rivendicarla. Certo, se si parla di giustizia e di tasse è molto più facile votare Italia Viva che l’attuale Forza italia. Perché chi votava Forza italia in passato votava Berlusconi, oggi vota Gasparri. E capisce che c’è una bella differenza. Su garantismo e fisco prenderemo voti a Forza Italia, certo. Non ci vedo nulla di male, anzi: ne vado orgoglioso".

Crede che Conte accetterà un confronto tv, come lei chiede?

"Quello scappa sempre. Ha paura anche della sua ombra".

Verdini lei lo conosce di persona in più, appunto, si professa garantista. Cosa pensa della vicenda che lo coinvolge?

"I processi si fanno nelle aule di tribunale, non sui quotidiani. Chi è colpevole e chi no lo decide un giudice, non io. Vale per Verdini come per tutti gli altri. Se uno ha sbagliato deve pagare e pagherà. Ma chi ha sbagliato non lo decide il furor di popolo seguendo gli istinti più beceri".

Come giudica la Manovra?

"Insignificante. Aumentano le tasse sui prodotti per l’infanzia e per la casa, geniali! Possiamo consolarci dicendo che la prossima legge di Bilancio sarà più dura di questo ma è magra consolazione"

Lei da premier come avrebbe gestito la partita del Patto di Stabilità?

"Come ho fatto sulla flessibilità nel gennaio 2015. Noi abbiamo portato a casa 30 miliardi euro. Meloni sarà costretta a fare una manovra correttiva dovendo recuperare tra i 12 e i 18 miliardi. Il mio governo invece ha potuto investire 30 miliardi in più, dopo la trattativa con Bruxelles. La verità è che in Europa – purtroppo – Giorgia non tocca palla. E da italiano mi dispiace".