Bologna, 19 novembre 2024 – La vittoria di Michele de Pascale si percepisce già alle 15.30, all’arrivo della prima proiezione. Un’ora e mezza dopo, il neogovernatore arriva nel suo quartier generale al centro culturale ‘CostArena’ sotto le Due Torri, scortato dalla segretaria Pd Elly Schlein e l’ex governatore Stefano Bonaccini.
Perché de Pascale e il Pd hanno vinto / Le preferenze / Quanto guadagna un consigliere
“Una vittoria commovente”, commenta a caldo la leader dem prima di scappare in Umbria, mentre l’eurodeputato e presidente Pd sorride: “Michele se lo merita”.
Parte Sempre per sempre di Francesco De Gregori e de Pascale sale sul palco, tra applausi e cori (presidente-presidente): “Sognavo fin da piccolo di fare il presidente dell’Emilia-Romagna. Sono figlio di questa terra, è il desiderio più grande”. Dopo baci, selfie e una birra per festeggiare il 56,8% dei consensi contro il 40,1% dell’avversaria Elena Ugolini, un passaggio in Viale Aldo Moro, sede della Regione, per una foto con il segno della vittoria e un abbraccio con Vincenzo Colla, assessore uscente, che mesi fa fece un passo di lato lanciando de Pascale.
La fotostoria di Michele de Pascale:
De Pascale, quale sarà la prima cosa che farà da neogovernatore della sua Emilia-Romagna?
“C’è stato un anno mezzo di polemiche politiche, di scontri, di attacchi, a volte anche di notizie false sull’alluvione. Per questo serve un patto repubblicano tra il presidente della Regione e la premier Giorgia Meloni (che, ieri, si è congratulata, ndr). Spero nei prossimi giorni di poterla incontrare, serve un cambio di passo. Non solo da parte del governo o dell’Emilia-Romagna, ma da parte di tutti, a partire da me”.
Da sindaco dell’alluvione, visto che la sua Ravenna è stata tra le città più colpite, che cosa farà per il dissesto idrogeologico?
“Ci metteremo subito al lavoro perché vengo da una provincia dove basta un’allerta meteo che le persone non dormono la notte. Per questo chiamerò Meloni: c’è bisogno di aumentare la prevenzione e le politiche di sicurezza in tutto il Paese, ma in Emilia-Romagna in particolare”.
Come immagina i rapporti con Ugolini e le forze di minoranza?
“La campagna elettorale è stata molto civile. Pur nelle visioni diverse, sarebbe bello dare un segnale di coesione a livello regionale”.
Lei ha costruito un campo larghissimo: potrà essere da esempio anche a livello nazionale?
“Fin dal primo minuto ho detto che volevo occuparmi solo di Emilia-Romagna, tenendo fuori le dinamiche nazionali... In ogni caso lavoreremo con tutti”.
Il Pd ha ottenuto quasi il 43%, mentre il M5s è al 3,5%. Teme ripercussioni sulla coalizione?
“Ci sono forze politiche più radicate che nelle elezioni locali sono più avvantaggiate perché magari hanno più amministratori, altre che godono di più di un voto d’opinione, ma – ripeto – lavoreremo con tutti. E ringrazio tutti i segretari delle forze politiche che mi hanno molto aiutato. Non ho nulla da insegnare, ma solo da ringraziare”.
Che cosa si prova a entrare in Regione da presidente?
“Varcare questa porta è stata una grande emozione. La prima volta avevo 21 anni, entrai qui da consigliere comunale...”.
Che cosa ha messo in cima alla sua agenda?
“Una battaglia per i finanziamenti sulla sanità pubblica. Da qui apriremo un grande fronte nazionale”.
Ha già pensato a chi farà parte della sua squadra? Colla sarà il suo vice?
“È presto. Con Colla, che ha curato la stesura del mio programma, faremo gioco di squadra. Sulla giunta lavorerò da subito”.
C’è qualcosa che le fa paura di questo nuovo incarico?
“Mi rapporterò con umiltà. Ho già guidato Ravenna e la provincia, la Regione ha una complessità non paragonabile, ma sono molto determinato”.
La preoccupa l’affluenza sotto al 50%?
“Temevo peggio, siamo lievemente sopra la Liguria. Ma serve una riflessione. Per questo, invece di pensare all’autonomia differenziata, le regioni farebbero bene a rinsaldare il legame con gli elettori”.
Quali sono le ragioni della sua vittoria, secondo lei?
“Abbiamo saputo incarnare i valori e l’orgoglio di questa terra e portato avanti una campagna elettorale non arrogante, evitando di dire ‘qui va tutto bene’. Da domani (oggi, ndr) sarò impegnato a conquistare il rispetto anche di non mi ha votato”.