Lunedì 23 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Malan: “La riforma più importante da fare? Il premierato. Maggioranza coesa”

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato fa il punto sulle riforme: “Già nella manovra sono presenti alcuni elementi del nuovo sistema fiscale. Non ci aspettavamo questi numeri sull’immigrazione, ma pesa la situazione internazionale”

Roma, 23 ottobre 2023 – Senatore Lucio Malan (capogruppo FdI al Senato), ieri Giorgia Meloni, celebrando un anno di governo, ha detto: “Riformeremo il Paese non guardando in faccia a nessuno”. Queste riforme, però, faticano ad arrivare, a partire dalle pensioni…

"Non è vero. La riforma fiscale, attraverso la delega, è stata approvata dal Parlamento, ora mancano i decreti attuativi e già in questa manovra sono presenti alcuni elementi del nuovo sistema. Per quanto riguarda le pensioni, è una questione di soldi, si fa quello che si può".

Lucio Malan
Lucio Malan

Però, dopo la prima manovra, molto prudente perché composta dopo le elezioni politiche dello scorso anno, da questa in molti si aspettavano di più.

"Però abbiamo semplificato molto le mille regole esistenti oggi in materia previdenziale, anziché avere tanti piccoli provvedimenti ne abbiamo uno solo oltre al Fondo che interviene nel momento in cui una persona non ha raggiunto il 150% dell’assegno sociale come contribuzione. Questa è una misura di vero buon senso e comunque, mi faccia dire…".

Dica.

"Con questo governo abbiamo avuto una crescita economica importante, oltre le aspettative e nonostante i soldi del Superbonus che hanno impegnato una spesa di 20 miliardi. Insomma, il governo sta lavorando alla massima velocità possibile per portare a casa tutte le riforme più importanti che ci siamo dati come obiettivo".

Ecco, allora, qual è la vera ‘legge obiettivo’ di questa legislatura?

"Senz’altro la riforma istituzionale che porterà all’elezione diretta del premier. A breve sarà varato il dispositivo di legge che poi porterà questa legge in Parlamento e questo lo vogliamo fare per dare stabilità politica anche ai prossimi governi che verranno e che non avranno, come abbiamo avuto noi, una maggioranza stabile e un suffragio elettorale così ampio. L’altro obiettivo è la conclusione della riforma fiscale, poi di seguito il lavoro, la scuola e la sanità. E giustizia, perché ci sia certezza della pena in uno stato di diritto".

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Lei ha parlato di lavoro. Il governo ha tagliato il cuneo fiscale e sta cercando di fare una moral suasion per il rinnovo di decine di contratti nazionali rimasti fermi da anni. È sufficiente per far ripartire il mondo del lavoro?

"Il taglio del cuneo fiscale a mio giudizio è una misura importantissima che di certo dà una mano all’occupazione che – ci dice l’Istat – non è mai stata così piena, abbiamo il record di occupati, ben 550mila a tempo indeterminato in più. Ma per quanto riguarda la contrattazione, il governo può fare poco trattandosi di contratti tra le parti sociali su cui non si può intervenire, mentre su quello degli statali ci siamo già mossi in manovra, dove ci sono anche misure a sostegno della natalità che è il vero sostegno al sistema Italia che ci siamo prefissati di portare avanti; senza l’aumento della popolazione, il sistema non può stare in piedi".

Tra pochi mesi ci saranno le Europee e rappresenteranno anche un test per la tenuta di questa maggioranza. Temete contraccolpi?

"Tutt’altro. Come dice la nostra premier, non lavoriamo per i sondaggi o per il successo elettorale ma per il Paese e questo, evidentemente, ci viene riconosciuto anche dall’elettorato perché al momento ci danno a livelli più alti delle politiche, ma andiamo avanti con il nostro criterio di base e speriamo di trovare il consenso anche nelle urne europee".

Insomma, va tutto benissimo, a sentir lei. Davvero nessuna nota stonata, nessuna sfumatura di grigio, nessun fallimento in questo primo anno di governo Meloni?

"Guardi, dopo anni di esperienza parlamentare, non ho mai visto una maggioranza così coesa con obiettivi comuni come questa. Certo è che sui numeri dell’immigrazione ci aspettavamo qualcosa di veramente migliore, ma va detto che la situazione geopolitica internazionale è cambiata in peggio. Questo, però, deve essere da sprone per trovare delle soluzioni che ci consentano di espellere le persone con maggiore efficacia di adesso".