Domenica 16 Marzo 2025
ELENA G. POLIDORI
Politica

La dem De Micheli: “Una sintesi è possibile anche senza congresso”

La parlamentare interviene sulle divisioni nel partito e le voci che vorrebbero un cambio al vertice al posto di Elly Schlein attraverso un congresso: “Ripartiamo dai tanti temi comuni”

La dem De Micheli: “Una sintesi è possibile anche senza congresso”

Paola De Micheli, Pd dicono che lei sia uno dei ‘pontieri interni’ in cerca di una sintesi.

“Si deve ricomporre una frattura che c’è stata – e le ragioni sono note – ma occorre ritrovare l’unità, perché si è aperta una stagione nuova. Viviamo in un mondo senza i punti di riferimento di prima, è cambiato il rapporto con gli Usa, c’è un’Europa che prova a essere diversa. Una difesa comune ha tempi lunghi ma può aprire ad altre conquiste europee: politica estera comune, fine del diritto di veto, un assetto federale”.

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La parlamentare del Pd, Paola De Micheli

Serve un congresso per stabilire tutto questo?

“No. Ci vuole una discussione profonda e franca. Il Pd deve essere leader dei socialisti europei, dobbiamo stare dentro al dibattito della nostra parte politica per cambiare in meglio RearmEu”.

Con la frattura in essere è un’impresa titanica.

“Gli interventi di Schlein e Gentiloni al nostro incontro e la piazza per l’Europa di oggi (ieri, ndr) dimostrano che la tensione è unitaria ed europeista. I distinguo sono sul come arrivarci. Faccio esempi di priorità condivise nel partito: il debito comune, gli investimenti tecnologici nella difesa, l’esigenza di scongiurare la disparità tra Paesi derivante dalle differenze di di bilanci, la collaborazione tra imprese europee della difesa. Troviamo una sintesi di questi contenuti e facciamoli pesare ai tavoli che contano. Sarebbe stato più facile farlo votando sì, piuttosto che astenersi. Ma recuperiamo il nostro ruolo di leadership”.

La segretaria tirerà le somme...

“Schlein sceglierà le modalità, io eviterei il congresso perché diventerebbe una conta sulle persone. Credo invece che si possa trovare una posizione comune rapidamente in una direzione straordinaria dove alla fine si voterà”.

Ma Schlein è convinta a voler trovare una sintesi?

“Nel suo discorso al nostro convegno ho trovato aperture al confronto di merito e anche la valutazione delle regioni di chi, dopo aver votato per l’astensione, avrebbe voluto votare sì”.

La politica estera è un cardine di qualsiasi partito: se non è chiara la base si disorienta...

“Lo so benissimo ed è per questo che dico no al congresso, anche perché ci vorrebbero tempi lunghi. Troviamo rapidamente una linea unitaria: il punto d’arrivo deve essere quello di condizionare le istituzioni europee e la partita che si gioca nei prossimi giorni sulla difesa comune”.

Quella di ieri non era la piazza del Pd. Perché?

“Se c’è una cosa che amo del mio partito è che tutti possono dire la loro e poi si trova la sintesi, anche se discutiamo spesso in modo disordinato. In quella piazza c’era una tensione unanimemente europeista, i distinguo sono legati a come raggiungere l’obiettivo con priorità diverse. Per raggiungere il sogno europeista dobbiamo fare i conti con la realtà e con il convitato di pietra, Trump. Difesa ed esercito comuni siano un inizio per andare oltre, finalmente verso gli Stati Uniti d’Europa”.