Roma, 1 novembre 2024 – Senatore Carlo Calenda, leader di Azione, dopo il risultato ligure e in vista delle prossime Regionali, come pensa vada affrontato il tema della coalizione di centrosinistra?
“Di questa ininterrotta discussione su come lambiccare campi larghi o stretti a tre anni dalle elezioni credo non freghi nulla a nessuno. Basta, smettiamola. Se si trovano candidati in gamba, come de Pascale o Proietti, si appoggiano. Ma l’opposizione deve smettere di ragionare in modo autocentrato. Perché questo governo non sta facendo niente tranne distribuire delle mance e declamare slogan sulla sicurezza o il potere di acquisto: tutte balle. Mentre gli elettori scolarizzati, professionisti e ceti medi, stanno abbandonando le urne. Questo rischia di portare a un collasso democratico”.
Addirittura?
“Penso che di qui a due o tre anni ci sia il rischio concreto che venga giù tutto. Se vince Trump negli Usa è probabile che introdurrà dazi verso l’Europa. Che, come avverte Draghi, non sta facendo niente per non suicidarsi. Quindi abbiamo il dovere nei prossimi anni di fare esclusivamente iniziative che interessano le condizioni e i bisogni concreti dei cittadini”.
Quali iniziative?
“Come opposizioni abbiamo fatto un piano per il settore dell’auto, dove la crisi del mercato statunitense si mischia alla norma ottusa dell’Europa sul settore elettrico. Sono a rischio 270mila posti di lavoro, ben oltre Stellantis. Il governo Meloni ha tagliato fondi stanziati da Draghi, pari a 4,7 miliardi. Questa è una battaglia che interessa a qualcuno?”.
Di sicuro, se l’auto è stata uno dei motori dello sviluppo del Novecento, mentre oggi il tracollo di Volkswagen si porta dietro la componentistica italiana…
“Io ho fatto da solo battaglia su Stellantis per tre anni. Adesso pian piano sono tutti d’accordo. Abbiamo redatto un piano che serve a non far saltare questo settore. Ero giorni fa a Modena, dove Maserati ormai produce 600 auto l’anno. Ma perché la premier Meloni non è in grado di incontrare le opposizioni su un piano di salvataggio necessario per tutto il comparto? Perché anche lei fa solo la capofazione e l’unica modalità è la rissa. Da 19 mesi consecutivi cala la produzione industriale, ma nella manovra non c’è un centesimo. Governo e classe dirigente sono impresentabili. E noi dibattiamo di Margherita o 5 Stelle?”.
Non occorre tenere insieme il merito col metodo di costruzione di uno schieramento politico?
“Partiamo dal merito. Noi stiamo facendo una battaglia sul nucleare, che il resto dell’opposizione non condivide. Ma c’è anche una questione enorme di finanziamento alla scuola e alla sanità, per cui bisogna trovare altre vie di approvvigionamento. La mia proposta è smettere completamente di parlare di formule elettorali, perché mancano tre anni. E di smettere di gridare al lupo della minaccia fascista, perché questo governo è semplicemente inerte. Mentre io sento il pericolo del disastro. Siamo quasi in una situazione di paralisi democratica, dominata dal senso di ineluttabilità e dal ritiro anche dei ceti medi intellettuali nella sfera privata. Serve una politica retta e seria, che cerchi di costruire ponti e non muri. Se basti non lo so, ma non vedo alternative”.
E qualche cineforum e assemblea di quartiere per coinvolgere i cittadini sfiduciati?
“Storicamente siamo in questa fase in cui la democrazia è diventata inefficace. Quando si astiene la borghesia colta, rimangono a votare solo le curve e le clientele, e semplicemente cade la democrazia. Rischiamo che il prossimo Parlamento sia eletto dalla minoranza degli italiani. Non capisco perché non cercare di reagire subito”.