Senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva, voi partecipate all’incontro col governo sul salario minimo?
"No. Italia Viva non parteciperà. Per noi le leggi si fanno in Parlamento e per questo presenteremo emendamenti per migliorare la proposta Conte-Landini".
Condividete le riserve della premier sulla possibilità che il salario minimo diventi il massimo?
"Prendiamo sul serio il tema del lavoro povero. E siamo d’accordo che sia fissato un minimo per i salari. Abbiamo firmato un programma elettorale che prevedeva un intervento in questo senso. Ma non siamo d’accordo che venga finanziato istituendo un fondo pubblico, quindi introducendo nuove tasse per i cittadini e colpendo come sempre magari il ceto medio. Fissare per legge una cifra è pericoloso. E non siamo i soli ad avere dubbi: anche la Cisl ne ha".
Calenda obietta che l’istituzione di un fondo è una forma di garanzia e non significa che poi venga finanziato...
"Io ero rimasta al modello di salario minimo con cui Calenda si è presentato alle elezioni con noi. Totalmente diverso dalla proposta a prima firma Conte. Quanto alle sue obiezioni il concetto non cambia: il rischio di nuove tasse è evidente e altissimo. Noi abbiamo anche lanciato altre idee, e in particolar modo la partecipazione agli utili dei lavoratori: Renzi ha firmato la proposta di legge presentata dalla Cisl. Non capiamo perché non si parli di questo".
Forse perché in questo Paese si scatena la bufera anche per una blanda tassazione agli extraprofitti delle banche...
"Sono due temi diversi. La partecipazione agli utili è un cambio di paradigma. Tassare gli extraprofitti è altra questione. Nessuno giustifica l’arroccamento delle banche a scapito dei risparmiatori, ma questa mossa straccia la credibilità del governo a livello internazionale. Te la aspetti da un grillino. Non a caso molti liberali vicini al centrodestra, da Capezzone a Porro, hanno protestato. Noto però che le proposte di questi giorni vanno tutte in direzione del populismo. Meloni ha tolto la maschera della responsabilità e tornato a indossare quella del populismo. Penso alle norme che estendono le intercettazioni. O alle linee aeree,dove si sono lanciati messaggi dirigisti che spaventano gli investitori e di cui non beneficiano gli utenti, perché le tariffe non si abbassano se diminuisce l’offerta".
Tra reddito abrogato e salari a 4 euro, però, non finiscono per pagare e rimanere al palo sempre e solo i più poveri?
"Il reddito è stata una misura sbagliata che ha prodotto molte truffe e reso le persone dipendenti dalla politica e dallo Stato. Non esiste una proposta facile né che cancelli povertà el lavoro povero. Investire in infrastrutture e creare posti di lavoro, abbattere le tasse sul lavoro, quello si che aiuterebbe davvero".
Stando alle statistiche il reddito ha tolto dalla povertà estrema centinaia di migliaia di persone...
"Il lavoro toglie dalla povertà, non i sussidi",
Salvo tassi disoccupazione spietati, specie del Mezzogiorno e giovanile...
"Difatti non significa non sostenere chi davvero non può lavorare. Ma si può fare finanziando misure come il reddito di inclusione, che intervengono sulle problematiche e accompagnano all’immissione nel mercato del lavoro lasciando l’erogazione ai Comuni. Approvo la scelta di aver riformato il reddito, mentre critico l’assenza di una strategia sostitutiva. Altro che stampella al governo: siamo l’unica forza politica che sta facendo opposizione tenendo ferma la barra del centro riformatore. Mi chiedo semmai dove sia finita Forza Italia, che doveva essere il correttivo liberale del governo Meloni".
Meloni riesce da sola nella parte liberale e Fi forse è finita con Berlusconi...
"Berlusconi aveva un carisma insostituibile. Ma Forza Italia ora si è schiacciata sui sovranisti".
Tra Calenda e Renzi c’è stato l’ennesimo botta e risposta sui gruppi parlamentari?
"Nessun botta e risposta. Ha parlato solo Calenda".
Ma a oggi sedete ancora nello stesso gruppo in Senato o no?
"Fortunatamente siamo in vacanza. Calenda vuole dividere i gruppi: vedremo al rientro".