Roma, 31 gennaio 2025 – Nella grande gazzarra di questi giorni sono state illuminanti le considerazioni di alcune autorevoli personalità della sinistra tradizionale su questo e altri quotidiani. Qui sono state pubblicate due interviste, una al professor Sabino Cassese e l’altra a una fonte anonima ma molto informata su fatti e comportamenti di trascorsi governi. Altrove ha parlato Luciano Violante, che ben conosce le anomalie del nostro sistema giudiziario e gli squilibri prodottisi tra questo e i poteri democraticamente eletti.
Evitando accuratamente di partecipare allo scontro politico e istituzionale in corso, hanno liberamente espresso perplessità sulla decisione della procura di Roma in quanto atto non dovuto e, soprattutto, manifestato comprensione per i comportamenti del governo. Al più criticato per non avere esplicitamente fatto riferimento alla "ragione di Stato". Il professor Cassese è stato esplicito come mai in passato parlando di "magistratura militante", accusata di avere ridotto il prestigio dell’intero corpo e difendendo la separazione delle carriere quale atto necessario anche se non sufficiente.
Gli altri due intervistati hanno separato l’ambito giudiziario e quello politico, manifestando comprensione, almeno teorica, per le esigenze di sicurezza nazionale. Anzi, l’esperto di intelligence ha ricordato la assoluta continuità tra governi e coalizioni nei rapporti con la Libia cui ci legano interessi energetici, esigenze di controllo dei flussi migratori, necessità di prevenzione del terrorismo. Il che dovrebbe consigliare la buona prassi democratica della sottrazione di questi atti alla propaganda politica. In una solida democrazia dell’alternanza tutto ciò che concorre alla stabilità dovrebbe essere apprezzato anche dalle opposizioni di oggi perché potrebbero essere al governo domani. Solo l’assenza di questa speranza può spiegare il conflitto permanente su tutto.