Lunedì 19 Agosto 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

Incontro in masseria, cosa si sono detti Meloni e Salvini? La telefonata a Tajani: dossier rimandati al 30 agosto

Vertice del disgelo con il segretario leghista e telefonata con quello azzurro per ricucire gli ultimi strappi. Sul tavolo nomine Ue, Rai e manovra. La difesa della sorella Arianna: “Gli attacchi? Schema già visto”

Roma, 19 agosto 2024 –  Un incontro informale nella masseria Beneficio. Due ore in un’atmosfera conviviale ma con un imprevisto black-out, subito risolto. E mentre Giorgia Meloni e Matteo Salvini affrontano i dossier più urgenti si aggiunge, via telefono, l’altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. I tre concordano un incontro di persona per il 30 agosto. "Per fare il punto della situazione in vista della ripresa", fa sapere all’uscita la presidente del Consiglio.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Disgelo Meloni e Salvini

Sono le 15.35 quando il vicepremier e ministro delle Infrastrutture arriva nel resort che la premier ha scelto per la seconda volta per le vacanze. Un corteo di auto nere lungo lo sterrato. Con lui c’è il presidente della Camera Lorenzo Fontana con la famiglia (per lui colloquio informale e relax a bordo piscina), mentre ad accompagnare la premier è il cognato e ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Presenti anche il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato e Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute. Intanto si guasta la rete elettrica a causa delle alte temperature e tra i sentieri della contrada viene posizionato un gruppo elettrogeno. Quando alla discussione si aggiunge Tajani i tre fanno il punto sui principali temi dell’attualità politica. Ovvero la Legge di Bilancio 2025 in preparazione, lo ius scholae, le nomine dell’Unione Europea e la Rai. Su Viale Mazzini la Lega insisterebbe per ottenere un direttore generale, oppure la poltrona pesante del direttore del Tg1.

La commissione europea

Per la Commissione Europea è ancora in pole Raffaele Fitto, con l’obiettivo di deleghe forti come quelle che coinvolgono la gestione del Pnrr o l’agricoltura. Roma si attende un segnale da Bruxelles. Ovvero la mediazione di Ursula von der Leyen per una partita che si preannuncia comunque complicata. Tanto che tra le alternative ci sono Elisabetta Belloni, diplomatica e direttrice del dipartimento informazione per la sicurezza del governo, che rispetterebbe anche la richiesta di von der Leyen di indicare un uomo e una donna in vista della commissione paritaria che ha in mente, e Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica con Mario Draghi e attuale ad di Leonardo. Una mossa ventilata dal governo, in ogni caso, potrebbe essere qulla di far votare la decisione di inviare Fitto al Parlamento, anche se non sarebbe dovuto, come tentativo per renderne più forte la scelta agli occhi di Bruxelles.

Le pensioni e la manovra

Il tema della Legge di Bilancio si lega alle pensioni. In un’intervista al Qn il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon aveva annunciato la pensione di garanzia per i giovani e Quota 41 nel 2025 con la prossima manovra. Anche a questo si sarebbe rivolta l’irritazione di sabato del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti: "Le indiscrezioni mediatiche su questa o quella proposta da inserire nella prossima legge di Bilancio non hanno alcun senso, ma possono creare nei cittadini aspettative ingiustificate allo stato non passibili di valutazione". Indubbio che il tema sia stato affrontato nell’incontro di ieri. La decisione è che affronteranno di nuovo l’argomento nel vertice del 30 agosto. Chiusi intanto, per il momento, i dossier e la telefonata con Tajani, il vicepremier leghista ha lasciato la masseria che ospita la premier alle 18.15. All’uscita sorrisi, saluti ai cronisti e bocche cucite, e serenità. "Sono stati colloqui conviviali" sono state le uniche parole della premier, prima di tornare alla sua vacanza.

La difesa di Arianna

Intanto la premier difende anche la sorella Arianna. Ieri chiamata in causa dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, secondo il quale "nelle stanze giornalistiche e giudiziarie dell’ex sistema Palamara" si prepara il terreno per portare la magistratura a indagare su di lei per traffico di influenze e il suo presunto attivismo nelle nomine di governo e nelle aziende di Stato. "Purtroppo lo reputo verosimile", dice Meloni all’Ansa. "È uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne. Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina senza trovare nulla per attaccarci. Queste mosse squallide e disperate significherebbero solo che stiamo smontando il sistema di interessi che tiene in ostaggio l’Italia da troppi anni. Quindi, avanti a testa alta, con ancora maggiore determinazione", conclude.