Roma, 5 marzo 2024 – “Intanto vorrei precisare che questo meccanismo non è la prima volta che lo vediamo all’opera. Una modalità simile è stata sperimentata a Firenze nel 2019 nei confronti di Matteo Renzi. Una campagna di attacchi basata su notizie personali e private. Il pm Luca Turco archiviò la denuncia-querela. Altre procure hanno scelto di fare diversamente". Il senatore di Italia Viva Enrico Borghi, membro del Copasir, misura attentamente le parole quando parla dell’inchiesta di Perugia, ma non rinuncia a notare le tante similitudini tra le indagini su Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati e altri momenti della storia recente italiana.
Lei ha parlato di “meccanismi fuori controllo". Perché?
"Secondo me ci sono tre elementi stigmatizzabili. Il primo è che è avvenuta la trasmissione di materiale sensibile da parte di funzionari pubblici ai fini della pubblicazione. Il secondo è che le indagini partono perché c’è l’obbligatorietà dell’azione penale in base a una notizia di reato. Non si può pescare a strascico, magari per una volontà di schedatura. Invece siamo in presenza di indagini "di impulso", per finalità terze. La terza questione è più spinosa: c’è stato un uso strumentale di questi dossier? Per caso sono stati ceduti a terzi? A soggetti esterni del nostro Paese?"
Tra gli spiati però ci sono Giuseppe Conte ed Olivia Paladino.
"Infatti non approccio alla vicenda con modalità manichee o strumentali. La Costituzione sancisce che un parlamentare non può avere condizionamenti. Deve poter svolgere il proprio mandato in piena indipendenza. Questa è la nemesi dei 5 Stelle: chi limita la libertà di un parlamentare sta limitando la libertà del cittadino elettore".
Cosa intende quando parla di “filiere di potere organizzate” dietro il sistema scoperto da Cantone?
"Io mi chiedo se questa acquisizione è frutto di una pianificazione, da parte di chi e con quali finalità. Un conto è un’attività discrezionale e personale, un altro se ce n’è una terza. Non ho elementi per dire di più, però se vengono spiati due ex premier, ministri e parlamentari c’è un problema rilevante di infedeltà nelle istituzioni"
Per i giornalisti di Domani non c’è dossieraggio, perché hanno avuto “solamente documenti agli atti delle procure: ordinanze di custodia cautelare e informative delle forze dell’ordine”.
"Non posso entrare nel merito. Mi limito a constatare che Cantone e Melillo hanno chiesto di essere ascoltati dal Copasir".
Il Pd, Avs e il M5s hanno difeso i giornalisti parlando di un attacco alla libertà di informazione. Anche la Fnsi ha detto che le notizie per i giornalisti non sono mai reato.
"Io dico che quando un giornalista viene a conoscenza di una notizia deontologicamente è tenuto a pubblicarla. Ma se è stata acquisita in maniera illecita o può arrecare pregiudizio alla sicurezza nazionale si deve interrogare sull’opportunità di utilizzare questo materiale. Un po’ come nella vicenda Assange".
Anche lei, come la Lega, ritiene che debbano essere ascoltati i vertici di Gdf e Antimafia presenti e passati?
"Andiamo per gradi. Prima cerchiamo di capire i contorni della vicenda. Poi, decideremo come procedere nelle sede competenti. Senza approcci manichei o strumentali".
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