Due ragazze sono in piedi, mentre sfoggiano una bandiera con il logo delle Brigate Rosse. Un’altra è accovacciata, con tanto di camicia bianca e cravatta mezza sciolta, e mostra una finta pagina di giornale che riporta il titolo "Moro rapito". A Bologna è bufera per l’immagine che sta facendo il giro dei social, in cui le tre protagoniste, in occasione della notte di Halloween, sembrano vantarsi di aver ricreato la famosa prima foto del rapimento di Aldo Moro avvenuto nel 1978. Lo scatto risalirebbe infatti al 31 ottobre, in via dei Bibiena a Bologna, a due passi da via Valdonica: proprio lì dove le Nuove Br assassinarono il giuslavorista Marco Biagi nel 2002.
Una trovata condannata da tutti i bolognesi e considerata "un oltraggio alla memoria" che ha suscitato l’ira del nipote di Biagi, il consigliere comunale della Lega (e candidato alle Regionali in Emilia-Romagna) Giulio Venturi: "Non c’è nulla di più disgustoso e irritante della foto che ho visto sui social. Ma ciò che mi lascia sconvolto e profondamente offeso è che queste giovani, presumibilmente studentesse, si siano prestate a una simile pagliacciata a pochi passi dal luogo in cui mio zio, Marco Biagi, è stato assassinato. Un gesto insensibile, vile, di pessimo gusto e del tutto inaccettabile. Ogni estremismo, anche quello travestito da goliardia, va fermamente condannato: il terrorismo non è un gioco e non c’è assolutamente nulla da ridere".
La foto ha iniziato il proprio tam tam da smartphone a smartphone dopo essere stata pubblicata dalla pagina Instagram ’Scritte ignoranti a Bologna’, uno di quei profili apparentemente goliardici da centinaia di migliaia di like. Ed è poi stata rimossa appena scoppiata la polemica, "su richiesta delle autrici", come riporta la stessa pagina social. Tanto è bastato, però, per scatenare il caos. Al momento, tuttavia, non sono arrivate denunce o segnalazioni alla questura per un’eventuale apologia di reato.
Un caso che ricorda quello del gruppo musicale ‘P38-La gang’: nel 2022 destò scalpore il video girato sotto i palazzi della Regione, proprio in viale Aldo Moro, con tanto di bandiere delle Br e frasi come "ferro caldo per il premier" o "Mario Draghi nel cofano", così come l’esibizione della band in un circolo Arci di Reggio Emilia. La vicenda è poi finita in tribunale, con un’indagine per istigazione a delinquere ai danni dei componenti del gruppo.