Domenica 16 Marzo 2025
COSIMO ROSSI
Politica

In migliaia per l’Europa. La sinistra torna in piazza. Pd unito, manca Conte

La manifestazione di Roma con tanti ex girotondini e pochi giovani. Insieme i critici e i sostenitori del piano di von der Leyen per tifare Ue.

La manifestazione di Roma con tanti ex girotondini e pochi giovani. Insieme i critici e i sostenitori del piano di von der Leyen per tifare Ue.

La manifestazione di Roma con tanti ex girotondini e pochi giovani. Insieme i critici e i sostenitori del piano di von der Leyen per tifare Ue.

"Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo". Il Poeta, come lo chiama Antonio Scurati citandolo dal palco di una gremita piazza del Popolo è Eugenio Montale. E in effetti è perfettamente fondata la citazione del finale di ‘Non chiederci la parola che squadri da ogni lato’, breve componimento del 1923 – pubblicato esattamente cento anni fa in Ossi di seppia – sulla crisi di certezze dell’umanità contemporanea che annusava appena il regime fascista, ma soffriva già la barbarie della grande guerra e percepiva il protagonismo senza indulgenze delle masse popolari: il Novecento insomma.

D’altronde è una platea di figlie e figlie del Novecento quella che riempie a dismisura piazza del Popolo di oltre 10mila persone: 50mila come un cospicuo stadio nella solita e inutile esagerazione degli organizzatori. Una platea che, insieme a quella rimasta fuori, ha risposto all’appello europeista dello scrittore ed ex giornalista satirico Michele Serra. Una platea dai capelli grigi, ceto medio riflessivo intellettuale e politicizzato prevalentemente da Ztl, ex girotondini (difatti c’era Pancho Pardi) pensionati o quasi. Pochissimi giovani. Zero teenager. Quasi assente anche la mezz’età, a parte il tendone stampa.

Presente, presentissima invece, la politica. In tutte le sfaccettature, anche se non possono sottoporsi all’applausometro per volontà degli organizzatori. La segretaria del Elly Schlein, in scelta giacca azzurra su cui però sparisce la bandiera europea sulle spalle, vince certamente il premio della calca e del consenso: dietro di lei si sposta un’orda che travolge i servizi di sicurezza coi paparazzi della penna che ne approfittano per infiltrarsi. Dietro il palco, del resto, c’è posto per tutto l’arco delle opposizioni. Dai riformisti dem (con, tra gli altri, il leader Alessandro Alfieri, Graziano Delirio, Antonio Decaro) alla maggioranza del partito rappresentata da Elly Schlein e il suo entourage; da Avs (con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli) a Azione (con Carlo Calenda) e +Europa (con Riccardo Magi); dai Federalisti europei alle comunità ucraina e georgiana; dall’associazionismo confessionale a quello laico e Cgil, Cisl, Uil. Sostenitori del piano ReArmEu (minoranza Pd, Azione, +Europa, Italia viva), critici (maggioranza Pd e cattopacifisti) e scettici (Avs e Cgil). Chi più pacifista, chi più interventista. Bandiere europee per tutti e, più sparute, quella della pace volute da Cgil e sinistra. Con un angolo di sventolio nazionale ucraino e georgiano.

Una piazza di pantere grigie aggrappate alle transenne come il cielo che sovrasta ventoso la piazza nel giorno delle idi di marzo che segnarono la morte del "dittatore democratico" Giulio Cesare. Non è un caso che la prima fila si spelli me mani le mani quando l’attore Fabrizio Bentivoglio si lancia in un apologo (da Tucidide che citava Pericle) di Atene contro Sparta, salvo trascurare che la condizione della donna non attestava certo a favore della capitale greca dov’era confinata nel gineceo a differenza della mistificata concorrente. Dal palco, del resto, è tutto un tripudio di racconti personali. Vincono le citazioni, anche a sproposito, del manifesto di Ventotene. Ma ce n’è anche per (Gianrico Carofiglio) l’odio per gli indifferenti di Antonio Gramsci, uno che ha dato la vita per la dittatura del proletariato; l’inno alla gioia (Jovanotti) sorprendentemente alla fine e non all’inizio della "complicata" nona di Beethoven; la scoperta del sapore del curry (Corrado Formigli) nell’Erasmus in una Londra dai sapori da Compagnia delle indie vittoriana. Se questa è Europa...