Domenica 8 Settembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Il voto in Liguria. Orlando scalda i motori. Ma per M5s e sinistra Pd il nodo è ancora Renzi

Dopo il sì dei grillini rimangono le resistenze sulla presenza di Italia viva. Azione ritira il simbolo: decideremo in via definitiva in un vertice. +Europa conferma la propria disponibilità. Le ipotesi di liste civiche.

Il voto in Liguria. Orlando scalda i motori. Ma per M5s e sinistra Pd il nodo è ancora Renzi

Andrea Orlando, 55 anni, è stato ministro del Lavoro nel governo Draghi

Parla già da candidato alla presidenza ligure Andrea Orlando, perché lo è. E lo dimostra il lungo post con cui l’ex ministro dem polemizza col viceministro e segretario regionale leghista Edoardo Rixi, prima in predicato d’esser candidato e poi king maker del centrodestra che stenta a individuare portabandiera, sulla nomina di Signorini da parte delle amministrazioni di centrodestra, le infrastrutture in realtà "volute dal centrosinistra" e il valore della Resistenza. Ma se Orlando c’è, e domani si presenterà probabilmente da candidato alla Festa nazionale dell’Unità, la formula della coalizione rimane invece da definire. M5s e sinistra Pd ribadiscono le loro riserve sulla partecipazione in qualsiasi forma di Italia Viva e Matteo Renzi, mentre Azione avoca la decisione definitiva al vertice nazionale, confermando da Roma che "a oggi non entra nella coalizione". Anche se tutti ammettono la propensione a formare coalizione omogenee nelle tre Regioni al voto in autunno per mettere a segno il triplete Emilia-Romagna, Liguria e Umbria, le ultime amministrate dal centrodestra.

In Liguria come altrove, campo progressista extralarge insomma, compresa l’ala o fardello riformista a seconda dei punti di vista. Ma la strada è ancora lunga. Domenica l’impasse ligure si è sbloccata dopo il ritiro del pentastellato Luca Pirondini e la telefonata tra Orlando e il leader 5Stelle Giuseppe Conte, che ha poi firmato la nota di sostegno al candidato, confermato anche da una nota congiunta di Pd, M5s, Avs e Azione regionali. Mossa dovuta, ma non troppo felice. A parte l’assenza di +Europa, che conferma la propria "disponibilità", il partito di Carlo Calenda ha infatti smentito gli esponenti locali, chiedendo una preliminare intesa programmatica e ribadendo che le "grandi opere" sgradite alle sinistre sono una condizione "invalicabile".

Il simbolo di Azione, insomma, per il momento "non è a disposizione". Anche se questo aspetto potrebbe essere aggirato con la partecipazione a liste civiche, considerato che gli esponenti liguri provengono in parte dal Pd e hanno un consenso pensante in Regione. Ma non manca il tempo per ricucire.

La via civica, del resto, potrebbe essere la prediletta anche da Italia Viva. Non è un caso che Ferruccio Sansa, candidato di centrosinistra sconfitto da Giovanni Toti nel 2020, dica "no a Italia viva anche con candidati camuffati in altre liste". Perché la partecipazione del partito di Renzi è l’altra questione scottante per la coalizione ligure e per il centrosinistra. L’abbraccio con Elly Schlein in tenuta calcistica è stato troppo frettoloso e grossolano, anche se la segretaria dem appare convinta dell’utilità del contributo renziano, per cui si è speso l’indefesso Goffredo Bettini. Regionali a parte, il dubbio è che riesca davvero a erodere consensi moderati al centrodestra.

L’ex premier si è dichiarato perfino disponibile a ritirare i suoi esponenti nella giunta di Matteo Bucci, che da parte sua smentisce la partecipazione diretta di Italia viva. Ma la faccenda è spinosa e anche un po’ ambigua. I renziani che si sono impegnati con la Giunta Bucci – cioè l’assessore Mauro Avvenente, Arianna Viscogliosi e Davide Falteri – sono orientati a confermare la lealtà al sindaco. Potrebbero perciò lasciare Italia viva, senza per questo tradire la fedeltà renziana. Per contro, è stata paventata la formazione di una lista civica riformista moderata a sostegno di Orlando, che potrebbe raccogliere anche gli esponenti di Azione e soprattutto allargare il consenso rispetto a quelli un po’ rachitici dei centristi.

Sul fronte del centrodestra, ieri Lorenzo Cuocolo, docente di economia e presidente della finanziaria della Regione (Filse), ha declinato l’offerta di candidatura, allungando il lungo elenco delle personalità soprattutto accademiche che si sono chiamate fuori. Rimango in lizza la giornalista e parlamentare di Noi moderati Ilaria Cavo, preferita da Toti, e il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, coi favori del Carroccio.