Mercoledì 13 Novembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Salario minimo, il sottosegretario Durigon: "L’opposizione fa demagogia. Daremo risposte concrete con la legge di Bilancio"

L’esponente del Carroccio: fissare un argine agli stipendi non arricchirà i lavoratori. "I nodi cruciali sono contrattazione, premialità e stop al minimo ribasso negli appalti. Il Cnel fornirà le analisi su cui discutere. Ma la sinistra deponga le ideologie"

++ Salario minimo: ok della Camera alla sospensiva ++

++ Salario minimo: ok della Camera alla sospensiva ++

Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, Lega: due giorni dopo il tavolo sul salario minimo, maggioranza e opposizione continuano ad accusarsi a vicenda di aver fatto demagogia. Dunque è così?

"Io a quel tavolo ho visto un unico tema e abbastanza concreto: la povertà di certi salari e una volontà bipartisan a fare qualcosa per affrontare la questione".

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Con qualche divergenza di vedute, pare.

"Su questi temi non servono bandiere ma, piuttosto, un po’ di giudizio. Noi crediamo che parlare solo di salari minimi sia riduttivo. Riteniamo che il tema purtroppo sia più ampio e strutturale. Riguarda la povertà del lavoro in generale, un problema che tocca i salari più poveri ma anche quelli mediani, rimasti al palo in Italia per anni. Per questo pensiamo che la risposta sia rendere più remunerativo tutto il lavoro, non porre un tetto al ribasso".

Il sottosegretario Durigon  "L’opposizione fa demagogia  Daremo risposte concrete  con la legge di Bilancio"
Il sottosegretario Durigon "L’opposizione fa demagogia Daremo risposte concrete con la legge di Bilancio"

Però l’Italia è tra i pochi stati europei a non avere un tetto minimo salariale. Sbagliano tutti, e noi facciamo bene?

"Intanto cominciamo col dire che noi rispettiamo le disposizioni europee, che dicono che un salario minimo va fissato per legge solo in assenza di una contrattazione nazionale con una copertura dell’80%. Ma in Italia siamo a più del 90%..."

L’opposizione non si è convinta: raccoglieranno le firme per una legge sul salario minimo. Dov’è il dialogo?

"Ma il tema era trovare una risposta giusta per i lavoratori o portare a casa la propria idea, arroccandosi? Concentriamoci sul tema: serve risollevare il lavoro povero. Ci siamo seduti a un tavolo per trovarne una soluzione convincente".

Ci penserà il Cnel. Che, per inciso, fino a qualche tempo fa la politica considerava un carrozzone da abolire...

"Il Cnel andava coinvolto perché è l’unico depositario di oltre mille contratti nazionali di lavoro. Ci fornirà dunque preziose analisi, partendo dalle quali sarà poi la politica a mettere a punto le soluzioni".

Il Cnel ha in pancia oltre mille contratti, è vero. Ma di questi, ben 563 sono scaduti da tempo e mai rinnovati, dunque più poveri economicamente.

"Ecco, andiamo sui temi concreti:quella che ha appena citato è una delle cose che non possiamo più permettere che accada. Così come non possiamo permetterci i contratti pirata siglati da sindacati che non sono davvero presenti nella realtà del mercato del lavoro. Anche da questo punto di vista rivolgersi al Cnel ha un significato ben preciso, perché al suo interno siedono solo le parti sindacali effettivamente rappresentative, con l’aiuto delle quali sarà possibile fare pulizia, eliminando tutta la nebulosa di finti contratti, dumping e altre amenità".

Tra queste figurano anche gli appalti al minimo ribasso?

"Sì e sono una cosa vergognosa, la cui eliminazione abbiamo messo infatti tra i nostri cinque punti di partenza. Il lavoro povero si contrasta anche stanando ed eliminando tutti i contratti al massimo ribasso".

Non serve cercare lontano: molti committenti del massimo ribasso sono enti pubblici.

"E questo rende la pratica ancora più odiosa. Dunque, vede: occorre intervenire a tutto campo, non fissarsi sul salario minimo. Ci sono contratti ben pagati ma che generano povertà per motivi diversi dal valore della paga oraria".

Ad esempio?

"Contratti ben pagati ma part-time o con un monte ore bassissimo, contratti che sono stati spogliati di tredicesima e di altri istituti che contribuiscono in maniera sostanziale al reddito, contratti pirata perché prevedono tranelli in mille altri modi che non siano, appunto, il valore della paga oraria. Su questi dobbiamo intervenire".

E con che tempi? La sinistra vi accusa di voler rimandare.

"La sinistra in primavera ci ha accusati di demagogia per aver portato delle risposte sul tema del lavoro con il decreto del Primo maggio... Ma non è demagogia insistere per portare a casa in tutta fretta una riforma del genere in pieno agosto? In più nessuno di loro dice che la loro proposta, se pure fosse stata votata oggi, non sarebbe entrata in vigore prima di novembre 2024".

Cosa dice invece il suo calendario?

"Il Cnel presenterà le sue analisisul mondo del lavoro, poi torneremo a sederci a un tavolo per fissare una soluzione condivisa. Io immagino che l’orizzonte temporale per un percorso del genere sia la prossima finanziaria".

Per il taglio del cuneo, invece?

"È un argomento strettamente collegato a questo, e che faremo di tutto per confermare, perlomeno per i salari bassi. Il tema sono le coperture, e dunque anche in questo caso l’orizzonte temporale non può essere che la Legge di Bilancio".

Gli extraprofitti invece li avete voluti tassare subito. Come mai?

"Credo che nessuno possa negare la giustezza di quella decisione. Parliamo di extraprofitti, dunque di guadagni non previsti, da redistribuire con chi ha invece subito un danno enorme soprattutto in tema di mutui prima casa. Ora va cercato un equilibrio con le banche. Ma la strada è quella giusta".