Padova, 21 agosto 2023 – "Non capisco perché si scarichi sempre sui Comuni il problema migranti. Anzi lo capisco: distribuendo il problema se ne creano tantissimi altri a livello locale, livello che da Roma si vede poco, ma l’illusione è che il problema sia risolto. Ma non è proprio così, è solo spalmato. La linea della Lega è no agli hub e all’accoglienza diffusa, sì ai centri di permanenza per i rimpatri. Chiediamo che siano rispettati gl accordi presi in campagna elettorale con le altre forze del centrodestra". Così Marcello Bano, sindaco leghista di Noventa Padovana, tra i capofila dei sindaci del Carroccio che dicono no all’accoglienza diffusa.
Rispetto all’anno scorso i numeri sono raddoppiati. Deluso da Giorgia Meloni che in campagna elettorale aveva promesso un salto di qualità e un sostanziale giro di vite?
"Meloni sta cercando di uscire da un certo modo di fare accoglienza, capisco che non le è facile cambiare registro al sistema. Si sta anche impegnando per fare accordi bilaterali come con la Tunisia, e questo va bene, è assolutamente necessario, ma se non fa i Centri di permanenza per i rimpatri, non fa nulla. E ancora purtroppo i Cpr non sono stati fatti. La soluzione è creare i centri dove i migranti vengono identificati e non possono uscire, dove si esaminano le loro domande, e poi chi ha diritto a restare in Italia resta, è giusto che venga accolto, ma gli altri devono essere rispediti da dove sono partiti o in paesi sicuri. Se lo fa la democratica Gran Bretagna, non è impossibile allora".
Nel frattempo, con essendoci i Cpr e arrivando comunque i migranti, si chiede in maniera pressante ai Comuni di ospitarne una quota. Quanto pressante?
"Contro i sindaci viene agitato uno spauracchio. Ci fanno capire che se non accettiamo l’accoglienza diffusa ci fanno l’hub, con numeri ancora maggiori. Ci spingono ad accettare una competenza che non è nostra. Facciamo i salti mortali per garantire i servizi comunali. I salti mortali. Se ci scaricano anche questo... è inaccettabile".
Si parla però di 3 migranti ogni mille residenti, come dire circa 36 nel suo Comune... non sono numeri impossibili.
"Quando ho iniziato a fare amministrazione era uno ogni mille, poi due, adesso sono diventati tre. Considerando che i numeri degli arrivi sono in crescita, ce ne chiederanno presto quattro. La crescita sarà infinita. E comunque, immaginiamo che ne arrivino 36: e noi dove li mettiamo? In una palestra? In una scuola?".
Vista la decrescita del Paese, i migranti sono anche una opportunità, non trova?
"Se il problema è le decrescita del Paese, benissimo, si facciano i centri di selezione nei Paesi di partenza, si portino lavoratori qualificati e le loro famiglie, in modo da creare prospettive di vita e non di sfruttamento. Se abbiamo bisogno di manodopera selezionata facciamola arrivare con tutti i crismi, in sicurezza. Si facciano dei ragionamenti da Stato civile, non lasciando di fatto gestire un fenomeno epocale da quattro scafisti con i barconi, a criminali che ci lucrano su. Ma dove siamo? Siamo fuori strada".