Venerdì 26 Luglio 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Il ritorno di Beppe Grillo, faccia a faccia con Conte: "Noi alternativi a Schlein"

Dopo il flop delle elezioni europee, per il comico l’unica strada è quella di tornare alle origini

Beppe Grillo con il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte

Beppe Grillo con il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte

Roma, 15 giugno 2024 – Dopo quel risultato che ha sfiorato il minimo storico mai raggiunto dal M5s negli ultimi anni, per il Garante, Beppe Grillo, il confronto con Giuseppe Conte era d’obbligo. E così, malgrado la riluttanza mostrata negli ultimi tempi a interessarsi direttamente della sua creatura politica, Grillo ieri ha Roma ha visto per circa un’ora l’ex premier, proprio per fare il punto sulle elezioni europee, guardare i flussi elettorali (solo la Campania ha regalato qualche soddisfazione, ma lo zoccolo duro dell’elettorato è da sempre in terra partenopea) e guardare al futuro. Anche – e soprattutto – al rapporto con il Pd, dove Grillo non ha fatto sconti: "Bisognava proporsi come alternativi non solo a Meloni, ma anche a Schlein", avrebbe argomentato, di fatto seppellendo ogni possibilità futura di un’alleanza a "campo largo" che possa rappresentare l’alternativa di governo a questa maggioranza.

Approfondisci:

Turbolenze al centro, Iv e Azione fanno quadrato attorno ai loro leader. "Renzi e Calenda stiano lì"

Turbolenze al centro, Iv e Azione fanno quadrato attorno ai loro leader. "Renzi e Calenda stiano lì"

Per Grillo il pallino del Movimento autonomo e svincolato da alleanze sistemiche è lo stesso da sempre, inutile dunque provare anche solo a pensare di cambiare quella che da sempre è la zavorra per la formazione di una vera classe dirigente stellata, ovvero la tagliola dei due mandati: "Se volete modificare la regola del limite ai mandati – hanno riportato queste parole i presenti all’incontro – sarà senza il mio consenso. Perché se rinuncia anche a questo, il Movimento perde l’anima".

Intanto, il M5s perde voti, ma per Grillo l’unica via per ritrovare il consenso perduto è quella di restituire lo spirito originario al Movimento, quello che in altri tempi lo ha mandato anche al governo, quando gli stellati viaggiavano a doppia cifra e arrivavano a frotte ai Fori imperiali per incontrare il re Mida del Movimento. Il Garante non ha fatto sconti al presidente M5s e al modo in cui ha condotto il partito alle urne: " In campagna elettorale ci siamo condannati a un ruolo minore".

Questione che ha lasciato intravedere sullo sfondo la disponibilità – dichiarata dallo stesso Conte – a "mettersi in discussione" fino all’estrema ipotesi di farsi da parte qualora nel Movimento maturasse questa richiesta. Una mera dichiarazione di principio, per ora: per come è strutturato il Movimento, tramontate – e uscite da tempo – le vecchie figure di riferimento come Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, non è facile immaginare una personalità in grado di proporsi per la leadership di una forza politica i cui gruppi parlamentari e i dirigenti territoriali sono in larga parte di stretta osservanza contiana.

Nemmeno una figura di spicco come l’ex sindaca Chiara Appendino sarebbe in grado di ’tenere’ il partito in questo momento di alleanza/competizione con il Pd: "Su questo – spiega una fonte parlamentare 5 stelle – ci sono state voci altalenanti, qualcuno ha sottolineato che il rapporto col Pd è tossico, ci fa male, altri, forse più numerosi, che dobbiamo smetterla di rivaleggiare col Pd perché questo ci danneggia, dobbiamo cominciare a costruire: come del resto stiamo già facendo, come dimostra la manifestazione comune delle opposizioni in programma martedì prossimo".

Resta da verificare la disponibilità di Grillo ad aderire (o quantomeno non sabotare) a questo ennesimo, possibile "nuovo corso" del M5s all’insegna di regole interne e relazioni esterne sempre più simili a quelle dei partiti tradizionali. "Come sempre con Beppe si parla di temi – ha po raccontato il tesoriere Claudio Cominardi –. È un visionario. Non è una novità". Sui temi, Cominardi ha poi aggiunto: "Si è affrontato il nodo della democrazia diretta, degli strumenti partecipativi a ogni livello, di ripartire dai comuni, Beppe va al di là dei risultati elettorali, non giudica. Ha lo sguardo proiettato a venti o trent’anni. Nel simbolo abbiamo la scritta 2050. E mi auguro che rimanga quello". Ma anche su questo, chissà.