Domenica 9 Febbraio 2025
ELENA G. POLIDORI
Politica

Il ricordo dei massacri. Sfregiata la foiba di Basovizza. Meloni: "Oltraggio a tutta l’Italia"

Ieri a Trieste sono comparse tre scritte in lingua slava inneggianti al regime comunista di Tito. Mattarella a Gorizia: "Nulla può far tornare indietro la storia costruita insieme con la Slovenia".

Ieri a Trieste sono comparse tre scritte in lingua slava inneggianti al regime comunista di Tito. Mattarella a Gorizia: "Nulla può far tornare indietro la storia costruita insieme con la Slovenia".

Ieri a Trieste sono comparse tre scritte in lingua slava inneggianti al regime comunista di Tito. Mattarella a Gorizia: "Nulla può far tornare indietro la storia costruita insieme con la Slovenia".

Tre scritte con la vernice rossa, in lingua slava, sono comparse ieri alla foiba di Basovizza: Trst je nas ("Trieste è nostra"), "Trieste è un pozzo" e la terza, tradotta, è "Morte al fascismo, libertà al popolo" (Smrt Fasizmu Svoboda Norodom). Segue anche un numero, "161".

Nel 1945 furono occultati nel pozzo di Basovizza un numero imprecisato di cadaveri di prigionieri, militari e civili uccisi dai militari dall’esercito di liberazione jugoslavo. Le scritte sono apparse nella notte e sono state rinvenute ieri verso le 6 da alcuni addetti arrivati alla foiba per l’allestimento dei palchi per la cerimonia solenne del Giorno del Ricordo in programma domani e alla quale parteciperà la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti. Non potendole rimuovere, sono state coperte di vernice bianca. Sul caso sta indagando la Digos di Trieste. Sul posto, ieri, l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia Fabio Scoccimarro e più tardi anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli, ma le scritte sono diventate motivo di accese reazioni politiche, soprattutto da parte del centrodestra, che non ha mancato di stigmatizzare, con grande partecipazione, la brutalità del gesto.

E così, mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio da Gorizia, città che subì una delle pagine più dure e oscure alla fine della Seconda guerra mondiale, ha voluto fare un riferimento alto sul fatto che "nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito e costruiscono insieme", la premier, Giorgia Meloni ha invece puntato dritto all’atto di vandalismo: "La foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera; oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe, ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito". Di seguito il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha parlato di "atto inaccettabile e di un’offesa alla memoria e al dolore di un’intera comunità".

Tra i primi a intervenire il presidente della Camera, Lorenzo Fontana: "Lo sfregio compiuto a Basovizza è un atto grave e intollerabile che offende profondamente la memoria storica del nostro Paese e, ancor più, le vittime delle foibe. La memoria e il rispetto devono essere pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile". "Chi offende la memoria dei defunti e dei martiri compie un sacrilegio. Il vile sfregio compiuto a Basovizza è un episodio gravissimo che offende tutta la comunità italiana. Ai familiari delle vittime invio la più convinta solidarietà unita allo sdegno per un atto esecrabile che offende l’Italia e la nostra storia", ha aggiunto il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè.

A sinistra si è condannato il gesto con Piero Fassino (Pd), che ha messo in evidenza "l’abisso morale e umano di chi ha perpetrato quel gesto vile. Non sarà l’azione scellerata di qualche nostalgico a offuscare il valore di un ricordo in cui tutti gli italiani possono riconoscersi"."Basta con questi atti brutali, provocatori e intolleranti – dice Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd ed ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia –. La memoria delle vittime delle foibe deve essere rispettata, i morti si ricordano e si piangono". E poi l’Anpi di Trieste: "L’effetto reale della stolta esibizione grafica si ripercuote negativamente sia sulla comunità slovena che sugli antifascisti tutti".