Arcore no, quello non si tocca. Villa San Martino, storica dimora della famiglia Berlusconi, oggi residenza dell’ultima compagna del fondatore di Forza Italia e dell’impero Fininvest, Marta Fascina, ospita anche il Mausoleo funebre dove riposano proprio Berlusconi e i genitori Luigi e Rosa Bassi. Impensabile dismetterla. Ma il resto delle ville che compongono il patrimonio della famiglia, quelle sì, potrebbero essere messe sul mercato.
Dopo gli accordi ereditari raggiunti l’11 settembre dai cinque fratelli eredi del fondatore e l’approvazione da parte dei Cda di Fininvest e delle società a monte, la famiglia sta ragionando sul da farsi. Il punto di partenza è la società Dolcedrago (è probabile che il drago sia il biscione, che in realtà è lo stemma degli Sforza e quindi il drago Tarantasio, ndr): solo lì si concentrano circa 600 milioni di proprietà contenute in altre società, come la Immobiliare Idra: Dolcedrago risulta essere stata posseduta al 99,5% da Silvio Berlusconi, il restante dai primi figli, Pier Silvio e Marina e ora fa parte dell’eredità con gli equilibri noti. Una lista minima di ville e appartamenti include oltre ad Arcore, anche Villa Belvedere a Macherio, poi Villa Certosa in Sardegna, Villa Grande a Roma sull’Appia Antica, immersa in un parco pineta, per anni casa romana del regista fiorentino Franco Zeffirelli, a cui Berlusconi l’aveva lasciata in comodato d’uso gratuito "per spirito di grande amicizia". Ci sono poi le proprietà sotto la finanziaria Fininvest e quelle che erano direttamente di Berlusconi. Per esempio la sede di Fininvest stessa, il quartier generale di via Paleocapa a Milano, oppure Villa Gernetto a Lesmo, ma c’è anche la società che detiene terreni nell’area di Olbia (dove era previsto un villaggio turistico con porto mai realizzato), Villa Campari sul lago Maggiore, a Lesa, Villa Due Palme a Lampedusa, un paio di ville ai Caraibi, ad Antigua, e oltre un centinaio di appartamenti nel Milanese e in Brianza. L’elenco include anche una villa a Cannes, mentre è divisa con l’architetto Ivo Redaelli il pacchetto di Villa Sottocasa a Vimercate (40% all’architetto, 60% a Berlusconi) e il Complesso Merate.
L’ipotesi di vendita riguarderebbe soprattutto Villa Gernetto. Tra quelli a cui potrebbe venire affidato un mandato per la vendita ci sarebbe Lionard Luxury Real Estate, l’agenzia specializzata in immobili di lusso che aveva già curato la trattativa per la vendita di Villa Maria, proprietà che il Cavaliere aveva acquistato nel 2015 per l’allora compagna Francesca Pascale, ma il futuro di Villa Gernetto sarebbe uno dei primi dossier da affrontare sul fronte Fininvest: il gruppo l’aveva rilevata 17 anni fa da Morgan Stanley che a sua volta l’aveva acquistata da UniCredit.
Lì Berlusconi sognava di far nascere l’Università della Libertà per la formazione politica, sogno che poi si è infranto insieme alla parabola politica del leader e del suo partito. E dopo Villa Gernetto, la "riflessione sul futuro del patrimonio immobiliare", a quanto si apprende da fonti qualificate di Forza Italia, potrebbe riguardare la villa di Antigua e la Villa Blue Horizon alle Bermuda, le meno frequentate dalla famiglia, vendite che erano già stata paventate prima dell’apertura del testamento dell’ex premier; per gli eredi Berlusconi, d’altra parte, sembra prioritario limitare il costo di gestione di un patrimonio immobiliare che nel complesso ha un valore di 600-700 milioni, ma che mantenere pare costi parecchio di più.
Non fa parte, invece, del patrimonio della famiglia la residenza forse tra le più famose di Berlusconi, Palazzo Grazioli a Roma, sua dimora principale dal 2013 al 2020, fin dal 1996 presa in affitto, nel suo piano nobile, dal proprietario Giulio Grazioli Lante della Rovere. Il palazzo fu quotidianamente al centro delle cronache politiche nazionali negli anni in cui Berlusconi era premier e ha ospitato anche Vladimir Putin, che per ricambiare l’ospitalità ricevuta, regalò al leader di FI un letto extra large poi ribattezzato dalle cronache "il lettone di Putin".