Venerdì 10 Gennaio 2025
CLAUDIA MARIN
Politica

Il pasticcio delle pensioni: "Al lavoro tre mesi in più". Cgil denuncia, l’Inps nega

Criteri più rigidi dal 2027 per l’assegno di anzianità: non basteranno 67 anni. La Lega insorge, l’Istituto smentisce. Ma resta il giallo della fuga di notizie.

Criteri più rigidi dal 2027 per l’assegno di anzianità: non basteranno 67 anni. La Lega insorge, l’Istituto smentisce. Ma resta il giallo della fuga di notizie.

Criteri più rigidi dal 2027 per l’assegno di anzianità: non basteranno 67 anni. La Lega insorge, l’Istituto smentisce. Ma resta il giallo della fuga di notizie.

La sorpresa arriva da una denuncia della Cgil e determina subito allarme e preoccupazione tra i lavoratori e nelle aziende. Dal 2027 serviranno 67 anni e tre mesi di età per la pensione di vecchiaia e 43 anni e un mese di contributi per la pensione anticipata, indipendentemente dall’età. Dal 2029 il requisito contributivo dovrebbe aumentare ulteriormente a 43 anni e 3 mesi.

L’Inps – denunciano dal sindacato di Corso d’Italia – ha cambiato gli applicativi inserendo i nuovi requisiti pensionistici "senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale". Dall’Inps, fino a sera, nessuna spiegazione, fino a una nota nella quale si smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici e si garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate. Una formula che, però, non dà una spiegazione sui dati segnalati dal sindacato.

Tanto che interviene il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (foto), per avvisare che "l’aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà: nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi, esattamente come facemmo con la norma che bloccò l’aumento per l’aspettativa di vita nella riforma Quota 100".

Certo è che non appena si è diffusa la notizia, l’Istituto, ma anche moltissimi parlamentari e membri del governo sono stati tempestati di chiamate e messaggi allarmati sull’aumento a sorpresa dei requisiti per lasciare il lavoro, senza che vi fosse stata nessuna comunicazione preventiva sulle novità legate al meccanismo che lega i requisiti alla speranza di vita come calcolata dall’Inps. "La Cgil esprime profonda preoccupazione - sottolinea la segretaria confederale Lara Ghiglione - per la recente modifica unilaterale dei requisiti pensionistici operata dall’Inps sui propri applicativi, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei Ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale".

Dalle verifiche effettuate, insiste Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali, "risulta che l’Inps abbia aggiornato i criteri di calcolo delle pensioni, introducendo un aumento dei requisiti di accesso. Dal 2027, per accedere alla pensione anticipata, saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi, mentre dal 2029 il requisito aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi. Anche per la pensione di vecchiaia si registrano incrementi, con l’età minima che passerà a 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029".

Secondo la Cgil queste modifiche, se confermate, non trovano alcun riscontro nei documenti ufficiali attualmente vigenti. L’unico riferimento fin qui valido, per le stime future, erano rappresentate nel 25° Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato del 2024, che prevedeva per il 2027 nessun incremento e per il 2029 un aumento di solo di un mese. Da qui l’allarme. Da qui la smentita dell’Inps che, però, non spiega come si sia determinato il pasticcio.