Martedì 4 Febbraio 2025
NINA FABRIZIO
Politica

Il Papa e i bambini: "L’infanzia negata è un grido silenzioso"

Il summit sui diritti dei più piccoli: "Ucciderli significa negare il futuro". L’ex premier Draghi: l’educazione è il primo strumento di protezione. Tra i partecipanti anche Rania di Giordania, Segre, Gentiloni e Tajani.

Papa Francesco, 88 anni, tiene un neonato sulle gambe

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Nella Sala Clementina allestita per il summit internazionale ‘Amiamoli e proteggiamoli’, Rania di Giordania, la sopravvissuta della Shoah, Liliana Segre, l’ex premier Mario Draghi, il ministero degli Esteri, Antonio Tajani fanno il loro ingresso mentre il Papa sta salutando un gruppetto di bambini. Sono quasi tutti rifugiati o vittime di conflitti armati. Sul tavolo ci sono i loro disegni, le letterine indirizzate al Pontefice che invocano la pace. A Roman, bimbo ucraino con il corpo ustionato dai missili russi, Bergoglio riserva uno degli abbracci più caldi. "Nulla vale la vita di un bambino", esordisce il Papa dando il via al summit con 40 relatori tra politici, premi Nobel, esponenti del mondo della cultura, dell’economia, della Chiesa, rappresentanti di ebraismo e islam, tutti ‘convocati’ dal Pontificio comitato per la Giornata mondiale dei bambini, guidato da padre Enzo Fortunato, per mettere al centro dell’agenda mondiale il rilancio della condizione dell’infanzia ed elaborare una strategia che passi dalla riduzione del debito ai Paesi più poveri come evocato da Paolo Gentiloni, fino alle varie forme di cooperazione allo sviluppo come il piano Matteo evocato invece da Tajani, per sottrarre quanti più minori possibili al destino amaro di guerre, povertà, migrazioni forzate, sfruttamento. La Santa Sede mette al centro i bambini e non nasconde i problemi che ci sono stati con gli abusi, ma "la Chiesa, pur tra le mancanze e fragilità di alcuni suoi componenti, è sempre impegnata nella difesa e nella tutela dei diritti dei piccoli", ha ricordato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin accogliendo i partecipanti.

"Non è accettabile – scandisce Francesco – ciò che purtroppo abbiamo visto negli ultimi tempi quasi ogni giorno, bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, dell’ideologia, degli interessi nazionalistici. Uccidere i piccoli significa negare il futuro". Bergoglio punta il dito contro la cultura dello scarto in cui rientra anche l’aborto, poi insiste: "L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’iniquità del sistema economico, la mancanza di cure mediche, di educazione scolastica. La somma di queste ingiustizie pesa soprattutto sui più piccoli. Oggi siamo qui per dire che non vogliamo che tutto questo diventi una nuova normalità".

Per Segre, "dalla Shoah nasce il riconoscimento per ogni tipo di sofferenza ingiusta e per tutte le vittime in ogni parte del mondo". Da lei, vittima della brutalità delle leggi razziali anche un monito sull’indifferenza "che a volte è persino peggio della violenza". Rania di Giordania ha citato "un inquietante studio sullo stato psicologico dei bambini più vulnerabili di Gaza: il 96% ha riferito di sentire che la loro morte era imminente. Quasi la metà ha detto di voler morire".

Al Gore ha denunciato che sui bambini pesa "il fardello della crisi climatica" mentre Draghi, per cui "l’educazione è il primo strumento di protezione dei bambini", invita a non lasciare ai nostri figli "un mondo meno democratico". Tira le fila in qualche modo lo stesso Francesco che a conclusione dei lavori annuncia: "Scriverò un’ esortazione apostolica dedicata ai bambini. Intanto, le dichiarazioni e gli auspici del summit raccolte dalla ministra sudafricana Nokuzola Tolashe, verranno trasmesse ai lavori del prossimo G20 che si terrà proprio in Sudafrica". "Per il bene dei bambini servono decisioni coraggiose", sintetizza padre Fortunato.